Stay away from my prey

Casa di un mercante di schiavi - 4.04. 102 P.A.

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    Dragonrider • What are you gonna do when the world don't orbit around you?
    Vidarr scattò pochi secondi dopo Hìlador e subito scattò anche Aranel; infuriata, la ragazza urlò al suo drago dove avesse intenzione di andare, poi si rivolse ad Alexander con uno sguardo di fuoco e spiegò che lei ed il suo drago erano più uniti di quanto dessero a vedere. Alex, dal canto suo, assunse un'espressione molto perplessa e cominciò a chiedersi cosa avesse spinto Aranel a dire quelle cose. Lui non gliele aveva chieste, né si sarebbe mai permesso di insinuare che non c'era sintonia tra loro, e questo perché sapeva che non poteva essere così: lui stesso era un Cavaliere di Drago e se c'era una cosa che tutti i cavalieri sapevano era che non esisteva rapporto drago-cavaliere che non funzionasse. C'era della magia in quel genere di affetti, un drago, per quanto scontroso e ribelle potesse essere, avrebbe sempre provato amore incondizionato per il suo cavaliere, per quanto questo potesse essere sgradevole e pessimo al livello caratteriale, un drago sarebbe volato sopra questi difetti e avrebbe amato incondizionatamente. -Non mi sarei mai permesso di insinuare una tale cosa.- si affrettò a dirle, riprendendosi dallo shock -Avete una vostra particolare sintonia, non necessariamente deve essere qualcosa di visibile e scontato.- Lui ed Hìlador erano sempre stati affiatati in modo "normale", nel senso che il loro legame, agli occhi degli altri, non aveva niente di strano, straordinario, speciale. Ma Alex sapeva perfettamente che per molti cavalieri non era così con i propri draghi, alcuni sembravano addirittura non sopportarsi a vicenda quando, invece, erano legati da un amore profondo e reciproco. Erano rapporti strani quelli che si creavano tra umani e draghi, ma oltremodo speciali.
    Sedendosi nuovamente sul terreno, Aranel prese a scusarsi per averlo portato a parlare di sé, del proprio passato; lei non faceva mai una cosa del genere perché era una tipa troppo solitaria, e come lei anche Vidarr: emarginati era il termine che aveva usato, e nel dirlo aveva avuto un tono dispiaciuto. Alexander la fissava incuriosito, chiedendosi quanto di quella ragazza rimaneva nascosto agli occhi altrui; si era presentata come una persona scontrosa, sgarbata e decisamente poco amichevole, ma l'aveva aiutato ed era rimasta con lui -anche perché era nel suo interesse. Arrivò a scusarsi anche per Vidarr, per come se n'era andato, assicurandogli che non aveva la minima intenzione di nuocere ad Hìlador. -Oh no, non preoccuparti!- le disse senza indugio, scuotendo il capo -Hìlador saprebbe cavarsela, gli starà comunque alla larga, immagino, perché non ha molta simpatia nei suoi riguardi.- Alexander non ebbe problemi a dire le cose come stavano, anche perché immaginava che Aranel fosse abbastanza sveglia da accorgersi quando la sua presenza o quella del suo drago non erano gradite; Hìlador, poi, non aveva fatto niente per nasconderlo. -Ad ogni modo non mi devi scuse neanche per te, voglio dire, potevo scegliere di stare zitto e non l'ho fatto, la cosa dipende solo da me.- Per dirla tutta, Alex aveva parlato senza pensare, tornando indietro, forse, non l'avrebbe fatto, ma piangere sul latte versato era totalmente inutile, quindi perché doversi scusare o cosa?
    Dopo una lunga pausa in cui Aranel aveva assunto un'espressione un po' triste, la ragazza lo avvertì che sarebbero rimasti soli per un po' e la cosa non sembrava farle troppo piacere, o forse immaginava che non facesse piacere a lui. Alex la fissò con sguardo neutro, pensando tra sé e sé che entrare nella sua testa anche solo per un minuto avrebbe fatto impazzire chiunque. -Preferisci stare da sola?- domandò, anche questa volta senza pensare -Insomma, hai detto di essere un'emarginata perché vuoi esserlo e, non so, magari la mia presenza ti infastidisce.- Prese fiato con una pausa di una decina di secondi, quindi disse -Ad ogni modo non saprei dove andare, pensandoci bene, quindi sarai costretta a sopportare la mia presenza ancora un po'.- e accompagnò quelle parole con un sorriso divertito, per ricambiare la risata di lei. Non era una cattivissima compagnia, in fondo.
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    Rimase ad osservare il cielo per un lungo momento, scrutandone nei minimi dettagli le sfumature di colore. Sfumava dal nero pece al blu scuro e si rese conto che quei colori le ricordavano le squame di Vidarr. Sorrise silenziosamente, contando senza rendersene conto le stelle che pian piano iniziavano a mostrarsi sul manto scuro. Alexander si rivelò più profondo di quanto l'apparenza non mostrasse e questo fatto lasciò Aranel sorpresa. Le disse che non doveva scusarsi, che era dipeso tutto da lui ma la giovane non ne era convinta. Decise di lasciar correre, dopotutto non era il caso di tirar fuori drammi o tragedie per delle parole... Già, le parole. Aranel aveva sempre considerato le parole come delle armi affilate, parlare bene era come colpire a morte e lei lo sapeva bene. Sospirò, lasciandosi sopraffare dal profumo dell'erba mossa dal vento, poi parlò. -Solitamente non mi capita di conversare così a lungo con degli sconosciuti, sai? Questo è un fatto interessante. Significa che inconsciamente la tua compagnia e quella di Hilador non sono cosi malvagie come all'apparenza...- Chiuse gli occhi e si concentrò sull'aria fresca. -Parla per te, maledetta umana... Questo ammasso di squame è tutt'altro che socievole... Mi pare d'intendere che il problema sei tu...- Vidarr sottolineò ringhiando l'ultima frase, prima di scoppiare in una macabra risata. -Tanto per cambiare eh...- Aggiunse Aranel, sorridendo maligna. Spalancò gli occhi e si voltò in direzione di Alexander che nel frattempo si era mosso, spostandosi poco più in la. Si chiese cosa avesse subito di così oscuro e tremendo e per un momento desiderò conoscere la sua storia. Come tanti altri buono propositi, anche questo annegò nella marea nera che intaccava la sua mente. -Oh no, non vedo dove potresti andare... A meno che tu non sappia volare!- Disse ridendo, stirandosi sul terreno ed assumendo una posizione rilassata. Di cavalieri strani ne aveva conosciuti solo alcuni, gli altri conservavano un carattere decisamente artefatto. Duri all'apparenza ma fragili come il sottile strato di ghiaccio che copre i laghi d'inverno. All'accademia non aveva mai avuto modo di socializzare, da una parte per il suo carattere schivo e irritabile, dall'altra per le leggende insensate, a volte, che circolavano su di lei. Il suo arrivo all'accademia non era stato decisamente in regola, così come non lo era stata la sua vita sino a quel giorno. Abbandonare ogni cosa quando si è bambini spesso equivale ad una condanna. Le notti nei boschi, le fughe e la paura di venir trovata avevano scavato un solco nel suo animo, un tempo solare, che nemmeno gli anni "nuovi" avevano riempito. Le ferite, sotto al nero dell'odio, bruciavano ancora. Erano come sottili coltelli nella schiena, ed ogni volta che si sdraiava per dormire, tornavano a tormentarla, come spiriti dai volti deformi. Con il tempo però s'impara a dormire in qualsiasi posizione, ignorando completamente le punture del passato e le ferite mai rimarginate. -Dimmi un po', tu che sembri una persona decisamente più espansiva di me... Come mai viaggi da solo? Mi è parso di comprendere che l'unica compagnia che tu abbia sia quella di Hilador...- Chiese in tono pacato, colta da curiosità improvvisa.
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    Alexander sorrise, annuendo appena alle parole di Aranel. -Devo prenderlo come un complimento?- domandò ironico. Probabilmente, tutto sommato, se non era un complimento poco ci mancava: si vedeva chiaramente che aranel non era una tipa socievole, soprattutto se paragonata a lui che non perdeva occasione per socializzare con chi che fosse. Il ragazzo avrebbe voluto aggiungere qualcosa, giusto per non sembrare scortese, ma non sapeva cosa dirle: insomma, ripetere che tutto sommato anche la loro compagnia non era male era troppo scontato. -Inconsciamente- disse, inarcando appena un sopracciglio mentre la fissava -Anche tu e Vidarr non siete poi tanto male. Te l'ho già detto, siete divertenti.- Effettivamente lo erano, non lo stava dicendo tanto per dirlo: di risate se n'era fatte durante le ore passate con Aranel, più per l'audacia e la sfacciataggine di lei che per qualche genere di battuta o di situazione.
    Dopo poco, Aranel gli chiese per quale motivo, pur essendo sicuramente un tipo espansivo, viaggiasse solo con Hìlador. In realtà lui si ritrovava solo poche volte, normalmente era in viaggio col fratello, con cui si divideva i compiti. Suo padre era un uomo molto conosciuto nella Sword's Hilt, uno di quei rari Cavalieri di Drago che, pur avendo scelto la vita dei mercenari, continuavano ad essere persone schifosamente oneste. Lui e suo fratello David erano cresciuti con i valori che il padre gli aveva insegnato fino a che aveva potuto, nulla li aveva potuti distruggere, anche perché era un modo per tenere sempre vivo il ricordo del padre: vivere come lui avrebbe voluto, sapere che se fosse stato ancora in vita di loro sarebbe stato orgoglioso. Questo è ciò per cui i fratelli Saddler avevano sempre vissuto. Non c'era tempo per raccontare la storia della sua vita ad Aranel, o meglio, di tempo probabilmente ne avevano a sufficienza, ma mancava la voglia da parte sua di spiegarle che cosa gli era successo e come viveva. -In realtà, normalmente, sono in viaggio con mio fratello.- cominciò a spiegarle, cercando di contenersi e non dilungarsi eccessivamente -Ti sarà chiaro che uccido sotto pagamento e così anche mio fratello. Ci facciamo compagnia a vicenda, generalmente lavoriamo assieme, dividendoci i compiti e cercando di sbrigare le faccende il prima possibile, così da poter prendere altri incarichi e guadagnare più soldi.- Fece una pausa, sorridendo al pensiero che Dave non avrebbe approvato quella conversazione -Ma ci sono occasioni come questa in cui mio fratello prende impegni diversi dai miei, quindi mi ritrovo a dover lavorare per conto mio. Anche se, stavolta, non mi è riuscito!- Rise, divertito: non era la prima volta che, durante una delle sue "missioni solitarie" si ritrovava ad avere compagnia; però, per la prima volta in vita sua, si ritrovava ad avere a che fare con una donna scontrosisssima e, per di più, Cavaliere di Drago come lui. Scontrosa all'inizio, almeno, giacché si stava dimostrando un po' meno peggio di quanto aveva dato a vedere inizialmente. -E tu perché eviti ogni sorta di compagnia?- domandò, curioso -Capisco non essere troppo socievole, ma addirittura non avere alcun tipo di conoscenza mi sembra impossibile!-
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    Osservò con occhi inquisitori Alexander mentre parlava delle sue missioni svolte in coppia con il fratello. Senza rendersene conto si trovò a sorridere quasi comprensiva, dopotutto erano fatti privati e lui li stava raccontando ad un'emerita sconosciuta decisamente fuori dalla norma.Anche lei aveva dei fratelli, ma mai aveva condiviso qualcosa con loro ed onestamente parlando, non sapeva neppure dove diamine fossero finiti. -Oh, non avrei immaginato che tu potessi avere un fratello... O meglio, non ricordo nessuno con le tue stesse fattezze...-Disse roteando gli occhi e lasciandosi nuovamente cadere sull'erba fredda. -Oh, non mi dire! Pensavo lavorassi per l'esercito, sai?- Rise con voce cristallina, sbuffando alla fine. Aranel aveva condiviso poche missioni con altri cavalieri, all'infuori delle esercitazioni insensate che d'obbligo aveva svolto all'accademia. Ricordava solo una collaborazione piacevole in tutti gli anni, prematuramente finita. -Eh già! Temo che stavolta il tuo piano di lavorare in solitudine non sia andato a buon fine!- Rise anche lei, prendendosi tra le dita una ciocca di capelli ramati. In realtà lei non aveva mai cercato di socializzare, si limitava a collaborare con gli altri sono quando era strettamente necessario, poi, erano arrivati all'accademia Ewan e Aren, una coppia di cavaliere-drago piuttosto simile alla loro. -A dire la verità, qualcuno è riuscito a renderci domestici una volta... O forse ci siamo addomesticati a vicenda, non saprei dirti... Poi la vita ci sorprende, ci da e ci toglie cose ogni giorno... Ed eccoci qui.- Concluse semplicemente, alzando le spalle e spostando lo sguardo verso il cielo scuro. Spesso si domandava cosa avesse spinto Vidarr a non raggiungere Aren sull'isola dei draghi e restare con lei. -Di conoscenze ne ho alcune forse... Ma nulla di importante, semplicemente non mi trovo a mio agio tra la gente...-
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    Aranel rideva e scherzava con lui come se fosse la cosa più naturale del mondo, ed Alexander non poté fare a meno di pensare a quanto lunatiche potessero essere la maggior parte delle donne: quella di fronte a lui era passata dall'essere una bisbetica asociale al divenire la più rilassata e spensierata ragazza sulla terra. Aranel gli confessò che aveva creduto che lavorasse per l'esercito, al che il cavaliere se la rise di gusto: era la prima che gli diceva una cosa del genere, anche se doveva ammettere che la donna non aveva tutti i torti: insomma, lui aveva una faccia da angioletto, difficilmente si poteva pensare fosse un mercenario. Ma era una tradizione di famiglia, prima che un lavoro, non sarebbe stato lui a romperla. La ragazza, poi, seguitò a spiegargli che in passato aveva trovato compagnia piacevole con cui passare il tempo, ma lasciò intendere che era una storia ormai vecchia di anni e, nonostante la sua enorme curiosità, Alex non si azzardò ad entrare nel particolare. -Andresti d'accordo con mio fratello.- borbottò lui, fissando il cielo per un momento, quindi incrociando lo sguardo di Aranel -Non che sia allergico alla società, ma è più serio e meno loquace di me, indubbiamente.-
    Avrebbe voluto aggiungere altro, quando all'improvviso Hìlador irruppe nella sua mente. -Ci sono umani che ci stanno... Attaccando!- lo avvisò. Era piuttosto calmo, quasi scettico e divertito dalla situazione, al contrario del suo padrone, che schizzò in piedi come fosse una molla. -Classifica "vi attaccano".- gli chiese, agitato ed impaziente di conoscere la risposta, dimenticandosi totalmente di Aranel e del fatto che, forse, Vidarr la stava avvisando della medesima situazione. Hìlador gli spiegò che lui e l'altro drago avevano trovato un'accampamento, anche piuttosto vasto, di uomini non lontano da dove si trovavano lui e la ragazza. -Non appena ci hanno visti volare sopra le loro teste, hanno cominciato ad agitarsi e lanciare delle palle apparentemente pesanti e anche provviste di una sorta di aculei.- Nella sua carriera di cavaliere di drago, Alexander Saddler non aveva mai riscontrato problemi tra la gente riguardo i draghi: la maggior parte della popolazione della Sword's Hilt amava i draghi, li riteneva bestie maestose, temibili, ma indubbiamente utili e fantastiche, e solo alcuni li temevano, ma non per questo li attaccavano. -Torna a prendermi, voglio capire i loro problemi.- lo avvisò e sentì il drago sbuffargli nella mente. Fissò il cielo in cerca di una traccia di Hìlador, poi si voltò verso Aranel. -Pare che qualcuno ce l'abbia con i draghi.- la informò, senza pensare che poteva già esserne al corrente -Sono curioso di sapere chi sono e cosa vogliono.- E nella sua mente balenò un pensiero: che quegli uomini che avevano attaccato Hìlador e Viddar non fossero gli stessi che avevano tentato di uccidere lui ed Aranel?
    Alexander Saddler @
     
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    Dragonrider • Come to me, Ravenheart, messenger of evil
    Alexander le disse che sarebbe sicuramente andata d'accordo con suo fratello, meno loquace e più serio di lui. Alla giovane scappò spontaneo un sorriso che accompagnò con un'alzata di spalle. Nello stesso momento la voce di Vidarr interruppe il flusso dei suoi pensieri. -Umani incazzati Aranel, molto incazzati.- La giovane rimase un poco sbalordita dalle parole del suo compagno, che senza esitazione continuò. - Ce l'hanno proprio con noi e sembrano piuttosto determinati a farci a pezzi... Torno a prenderti, non credo tu voglia perderti lo spettacolo!- Terminò il discorso con un ringhio sommesso e nella mente della giovane tornò il silenzio. Si voltò verso Alexander che già si preparava all'azione. Inarcò un sopracciglio, spostandosi una ciocca di capelli dal viso. - Qualunque cosa vogliano, hanno decisamente sbagliato il metodo di approccio.- Disse in tono secco, alzandosi da terra e sistemandosi la spada. Si stiracchiò sbadigliando sonoramente. - Credi facciano parte dell'esercito privato del mercante? O dell'allegra combriccola che prima ha tentato di farci lo scalpo? - Chiese, trasmettendo senza volere la domanda al suo drago. - Poco importa, diventeranno cibo per i vermi di queste terre scarne.- Commentò Vidarr ringhiando con rabbia, prima di scomparire ancora nel silenzio. La giovane si voltò verso il cielo, cercando di intravedere le sagome dei due draghi, senza successo. Il cielo era divenuto rapidamente nero e le stelle, in quelle terre, parevano non essere uno spettacolo giornaliero. La volta celeste era di un nero pece simile alle squame di Vidarr, perciò riconoscerlo era pressoché impossibile. Cercò allora Hilador, ma non intravide nulla. Stava per chiedere ad Alexander se lui effettivamente vedeva qualcosa ma venne distratta da un boato sommesso. Vidarr e Hilador erano tornati. Si voltò, dando le spalle al giovane e fece qualche passo nel buio. - State bene? - Domandò, dilatando la mente verso l'altra creatura.
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    Dragonrider • What are you gonna do when the world don't orbit around you?
    Ovviamente, anche Aranel era stata aggiornata riguardo i nuovi eventi, solo che a differenza sua la ragazza sembrava averla presa con molta più leggerezza, tanto che Alex pensò che Vidarr le avesse omesso qualcosa. Aranel si alzò, sistemandosi, e con tono di sufficienza gli disse che qualsiasi cosa volessero quegli uomini, non era quello il modo per chiedere. Alexander, intanto, fissava il cielo in cerca di un segno del suo drago, ma si voltò ad incontrare lo sguardo di lei e sorriderle appena a quelle parole. -Dovremmo insegnar loro le buone maniere, non trovi?- domandò retoricamente, divertito quasi da quello che sarebbe potuto venir fuori da quella strana situazione. Non era ancora sicurissimo di voler uccidere qualcuno, non prima di aver ottenuto informazioni utili, ma non avrebbe potuto dire lo stesso di Aranel probabilmente. Concludendo che Hìlador e Vidarr erano ancora lontani, poi, Alex lasciò stare il cielo per un po', riflettendo sulla domanda di Aranel. Gli sembrava improbabile che quello stupido mercante possedesse un esercito, anche perché, più in generale, difficilmente i mercanti ne avevano uno: dovevano essere persone molto ricche, dei "pezzi grossi" della Sword's Hilt, per avere un qualcosa di simile ad un esercito, ma si trattava di un gruppo di venti o venticinque guardie al massimo. Quello che avevano ucciso non aveva l'aria di essere un mercante talmente importante da potersi permettere un tale numero di guardie personali, perciò Alexander escluse quella possibilità. Ma non riusciva comunque a spiegarsi chi potesse voler morto tanto lui quanto Aranel. Doveva esserci una motivazione più complicata di quanto credesse, dietro l'intera storia, una motivazione che doveva scoprire se voleva continuare a dormire sogni "tranquilli" -per quanto possibile per un mercenario fosse. -No, quel mercante non aveva l'aria di essere uno in grado di permettersi un proprio esercito.- le disse, l'aria pensierosa mentre la fissava negli occhi, cercando conferma alle sue supposizioni -Qualcuno ce l'ha con noi. O con i nostri draghi, a questo punto.- Ecco, si, quella gli sembrava un'ipotesi molto logica: qualcuno ce l'aveva con i draghi, probabilmente in senso generale, e aveva avuto la brillante idea di dichiarare guerra a tutti i Cavalieri che avessero abboccato all'esca.
    Era talmente concentrato nei suoi mille pensieri che non si accorse dell'arrivo dei draghi finché la terra non gli tremò sotto i piedi. A quel punto non perse tempo a raggiungere Hìlador, accarezzandogli il grande muso rosso; si sentiva più leggero a saperlo lì, con lui. -Avremmo potuto dargli fuoco e mettere fine alla questione in un secondo.- borbottò il drago, con aria irritata, ma non fissava lui. Fissava Aranel. Probabilmente sentiva che la donna stava cercando di mettersi in contatto con lui. Alexander li fissò entrambi e sorrise, chiedendosi se la ragazza avesse ricevuto i pensieri di Hìlador. -Avete fatto bene a non farlo.- gli rispose lui, comunque -Meglio sapere cosa vogliono e se sono i soli fuorviati che pensano di poter uccidere un drago.- A quel punto fece segno ad Hìlador di abbassarsi e non appena il drago lo fece gli salì in groppa. -Tieni a freno i bollenti spiriti, donna, mi raccomando!- le fece presente, prima di alzarsi in volo, nonostante fosse certo che la calma l'avrebbe persa prima lui di Aranel.
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    Vidarr osservò con i suoi occhi biancastri Alexander e Hilador scambiarsi pensieri e scrollò le squame. Aranel lo raggiunse velocemente, dandogli un veloce tocco sul muso. - Hilador ha ragione umani! Avremmo potuto ucciderli subito e basta!- Ringhiò il drago mentre la sua compagna saliva sulla sua groppa. La giovane scosse il capo. - Dobbiamo scoprire cosa vogliono, poi a tempo debito potrete farne ciò che volete...- S'intromise velocemente, concludendo in fretta il discorso. Alexander e Hilador erano già in volo, così Vidarr decise di recuperarli, staccandosi dal terreno con uno scatto brusco che a momenti non fece ribaltare la sua compagna. - Cazzo...- Sibilò tra i denti, rimettendosi velocemente in equilibrio sulla schiena della creatura. Raggiunsero Alexander e Hilador in fretta, trovandosi a volare appaiati come una coppia di anatre giganti. Aranel si rivolse al giovane cavaliere con tono ironico. - Tienili a freno tu i bollenti spiriti, galantuomo! - Lo rimbeccò, allungando lo sguardo verso l'orizzonte scuro. Espanse la mente, sperando di riuscire ad entrare anche in quella dell'altro drago. - Dove avete incontrato le guardie?- Semplicemente non aveva la minima idea di dove si trovassero in mezzo a tutto quel buio ma sapeva per certo che i due draghi conoscessero l'ubicazione dei nemici con precisione. Si rivolse nuovamente ad Alexander, mantenendo un tono serio. - Quindi dimmi, cosa hai intenzione di fare? Scendiamo in pace e ci facciamo ammazzare come storpi o hai un piano?- Rise appena ed alla sua risata si aggiunse quella macabra del suo drago. - Ci conviene scendere prima dell'accampamento ed avvicinarci a piedi, se ci vedono di nuovo in aria tenteranno di ammazzarci con quelle ridicole palle ad aculei... - La giovane non comprese se il suo compagno avesse esteso il messaggio anche agli altri ma non domandò nulla, riflettendo su come effettivamente avrebbero fatto ad avvicinarsi in quattro, tra uomini e draghi. L'idea di Vidarr non pareva malvagia, ma non la convinceva del tutto. C'era qualcosa di strano in tutta l'ostilità che avevano trovato nella fazione dei valorosi. Pareva che qualcuno avesse indetto una guerra personale contro cavalieri e draghi, prendendo di mira i primi che capitassero a tiro.
    Aranel O'Malley @
     
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    Durante il volo, Alexander guardò spesso verso il basso per cercare di captare il minimo segno di stranezza, ma non ne trovò. Sembrava regnare la pace, nelle terre dell'ovest, una pace quasi innaturale: non vedeva fuochi accesi, né dalle case che intravedeva appena come minuscole forme scure e non ben delineate proveniva qualche sorta di luce. Onore era completamente addormentata, all'apparenza.
    Vidarr e Aranel raggiunsero lui ed Hìlador in un batter d'occhio, e la donna non perse tempo a rimbeccarlo con la stessa battuta che aveva usato lui, ed Alex decise di non risponderle e limitarsi ad abbozzare un sorriso. La ragazza, poi, parve concentrarsi su altro -Hìlador, a giudicare dalla reazione del drago- e Alex la ignorò, continuando a guardarsi intorno. Sentì il suo drago sbuffare, poi Hìlador entrò nella sua mente -Chi le ha detto di potermi rivolgere la parola?- domandò irritato. Alexander si chiese se, involontariamente, l'avesse spinta lui a farlo, ma non ricordava nulla del genere, così dovette concludere che Aranel si era presa quella libertà da sola, e non ci vedeva nulla di male tra l'altro. Hìlador, invece, non era affatto del suo stesso parere, non sopportava né la ragazza né il suo drago. -Dovresti imparare ad essere meno scontroso, soprattutto in certi casi.- gli rispose -E adesso dille ciò che vuole sapere.- Hìlador capiva quando Alex scherzava e quando faceva sul serio, e in quel caso, con riluttanza, si costrinse ad interagire con Aranel, dicendole dove si trovassero gli uomini che li avevano attaccati ed estendendo la conversazione anche a Vidarr, oltre che ad Alexander. Mentre Hìlador spiegava, Alex pensava, pensava a cosa avrebbero potuto fare una volta arrivati lì, come sarebbe stato meglio approcciarsi con degli sconosciuti potenzialmente pericolosi per loro e per i due draghi. Aranel sembrò viaggiare sulla sua stessa frequenza, perché gli chiese se avesse un piano, e poi ci fu Vidarr che avanzò la sua proposta. percepire nella sua mente una voce diversa da quella di Hìlador gli faceva un certo effetto, tanto che Alexander rimase ammutolito per qualche secondo e fissò il muso nero di Vidarr con fare piuttosto incuriosito. Sapendo di non avere tempo da perdere, però, rimandò le elucubrazioni riguardo l'argomento ad un secondo momento e si concentrò sul piano.
    La proposta del drago nero non era affatto male, ma andavano rivisti dei dettagli. -I draghi rimarranno a debita distanza.- borbottò di getto, senza pensarci e parlando più a se stesso che agli altri -Cercate di volare parecchio in alto, così da non essere visti ma avendo pur sempre la situazione sotto controllo ed essere pronti ad intervenire.- Quindi si voltò verso Aranel -Io e te scenderemo in pace, se sono degli sciocchi gli tireremo fuori le informazioni senza troppi problemi, magari riusciremo ad evitare anche inutili spargimenti di sangue.- Non era abituato a dare ordini in quel modo, non ci si rivedeva per nulla; generalmente, quando viaggiava in compagnia, quel ruolo spettava a David e lui poteva accettare gli ordini o fare di testa sua, ma difficilmente lui e il fratello si scambiavano i ruoli. Ad ogni modo, ormai aveva fatto la sua proposta, Aranel poteva accettarla oppure no. -Lasciaci il più vicino possibili, in un luogo in cui non vi vedano atterrare però.- si rivolse quindi ad Hìlador, ma probabilmente la sua mente era ancora in contatto con quella degli altri due membri della compagnia.
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    Vidarr si rivolse ad Aranel soltanto, occludendo il collegamento con gli altri due. Rise nervosamente, mascherando malamente lo scherno. - Proprio non piaci a Hilador, eh? - Aranel si limitò ad alzare le spalle, tirando una pacca sulle squame del drago. - Poco importa a chi piaccio o no, l'importante ora come ora è portare a casa tutti gli arti.- Tagliò corto, tornando ad osservare Alexander che esponeva la possibilità di uno scambio d'opinioni senza spargimenti di sangue. Come idea non era male, ma Aranel dubitava che una cosa del genere potesse accadere. Vidarr sbuffò, abbassando la quota ed iniziando la discesa verso un folto gruppo di alberi scuri. L'aria era fredda e pungente, lunghe nubi filiformi si stavano ammassando contro l'orizzonte come a segnalare la tempesta imminente. Il drago nero si fermò poco sopra le fronde degli alberi, attendendo Hilador ed il suo cavaliere. Quando furono vicini, si buttò a peso morto tra gli alberi, artigliando infine il terreno sassoso. La giovane smontò velocemente dal dorso del suo compagno, dirigendosi poi verso il suo muso squamoso. - Resta qui e stai buono, dovremmo riuscire a cavarcela, in due...- Accarezzò con delicatezza il profilo della creatura, soffermandosi a grattarlo ai lati degli occhi. - Pensi di comprare la mia cattiveria con due carezze? Se sarà necessario, con o senza il vostro consenso interverremo.- Concluse, soffiando una nuvola di fumo in faccia al suo cavaliere. Aranel inarcò un sopracciglio e sorrise, soddisfatta. Fece qualche passo avanti e raggiunse Alexander, giunto anche lui nella radura al centro degli alberi. - Sei pronto? - Chiese con ironia, sapendo benissimo che il giovane forse era più pronto di lei e sicuramente più diplomatico. - Credi davvero ci accolgano in pace? - Aggiunse, togliendo con un gesto rapido la spada dall'elsa. Quell'arma aveva sicuramente spezzato innumerevoli vite, come la sua proprietaria, e partire per una raccolta d'informazioni in pace le suonava alquanto strano. Alexander però pareva sicuro di quello che stava facendo e la giovane non poté fare a meno di chiedersi da dove venisse tutta quella positività nei confronti del mondo. Lei non era una che amava prender ordini dal primo imbecille trovato per strada, ma quella volta il buonsenso si era fatto sentire, impedendole di ribattere e di rimbeccare il giovane per essersi preso troppa libertà. D'altronde, se qualcosa andava storto la situazione poteva sempre essere ribaltata, in ogni momento e con qualsiasi mezzo.
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    Edited by nørëll~ - 14/10/2013, 17:42
     
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    I draghi planarono in mezzo ad un boschetto, a detta di Hìlador a meno di cinquecento metri dal luogo in cui erano accampati i loro assalitori. Entrambi i cavalieri smontarono con l'agilità di un gatto dal dorso dei loro draghi e, mentre Aranel si fermò ad accarezzare il muso del suo destriero -probabilmente intrattenendo una conversazione con lo stesso- Alexander prese a guardarsi intorno, alla ricerca di segni di vita. Non ne trovò di alcun genere, se non l'ombra di una serpentina di fumo che si stagliava in direzione nord-ovest rispetto al punto in cui si trovava: probabilmente gli uomini -ammesso che fossero loro- non avevano acceso un falò troppo grande per evitare di dare nell'occhio. -Sono sicuramente loro.- lo informò Hìlador, ed Alex annuì, voltandosi poi verso Aranel che proprio nel mentre lo raggiungeva. Il Cavaliere lanciò un'ultima occhiata al suo drago, limitandosi a sorridergli e dargli una pacca sul muro, certo che Hìlador avrebbe saputo cosa fare, quindi prestò attenzione ad Aranel e si avviò con lei verso il fumo.
    La donna gli domandò subito se fosse pronto e se credeva sarebbero stati accolti in pace. Vedendola impugnare la spada, Alexader sorrise beffardo. -Se ti presenti così, direi che non ti prenderanno molto in simpatia.- la stuzzicò, nonostante sapesse che la prudenza non era mai troppa e Aranel non aveva tutti i torti ad armarsi immediatamente: quanto meno, sarebbe stata pronta a reagire ad un eventuale pericolo. Comunque, almeno per il momento, Alex decise di procedere con calma e prudenza, senza impugnare l'arma, nella speranza che ciò avrebbe incoraggiato i loro potenziali avversari ad ascoltarlo. Si mossero con rapidità e senza fare il minimo rumore, con passo chiaramente esperto; Alexander pensò che, tutto sommato, non era male avere una compagna di missioni come Aranel, molto simile a suo fratello sotto diversi punti di vista, con cui però poter avere un tipo di rapporto diverso, a causa della mancanza di legami di sangue. Ma Aranel in sé forse non l'avrebbe sopportata troppo al lungo, doveva ammetterlo.
    Tutto d'un tratto, poi, Alexander percepì un vociare continuo provenire da un punto non troppo distante da dove si trovavano lui e Aranel; la fissò per un attimo, poi nella sua mente cominciarono a prendere forma svariate idee, tutte scartate subito a mano a mano che si avvicinavano all'accampamento e le voci diventavano sempre più chiare. Arrivati ai margini di esso, Alex riuscì a scorgere un fuocherello morente, diversi uomini che gironzolavano e altrettanti addormentati. Pensò e ripensò a cosa fare, e alla fine, decise di attuare il metodo della separazione dei ruoli. -Proporrei di fare così.- le disse, acquattandosi appena e parlando a voce molto bassa -Potremmo dividerci e dare un'occhiata all'accampamento dai diversi lati, poi io uscirò allo scoperto non appena potrò farlo e cercherò di parlare con loro.- Fece una pausa, pensando a cosa avrebbe potuto dire una volta ritrovatosi davanti a dei perfetti sconosciuti e se avrebbe potuto funzionare quel genere di approccio. Dal momento che non aveva la palla di vetro e non avevano poi troppe scelte, sospirò e decise di proseguire su quella linea di marcia. -Tu vai verso destra e risali, io sto da questa parte. Cerca i pezzi grossi e stai pronta all'azione, non so come potrebbe mettersi.- Non si sentiva troppo fiducioso, si chiese addirittura cosa avrebbe fatto David -suo punto di riferimento- in una situazione del genere. David avrebbe agito d'istinto, un po' come, probabilmente, avrebbe fatto Aranel, ma a lui piacevano le cose con un po' più di razionalità alle spalle. -Se hai un'idea migliore, è il momento di proporla.- le disse, accennando un sorriso -Altrimenti direi di andarci a divertire!-
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    Alexander non estrasse la spada, procedendo con calma e cautela tra i rami degli alberi. Aranel lo seguì in silenzio, spada alla mano e occhi spalancati. Il buio rendeva l'avvicinamento un po' simile alla roulette russa; potevano calpestare trappole o rami, cadere in fosse o in imboscate, ma per fortuna loro nulla di tutto ciò accadde. Si fermarono quando udirono un vociare nelle vicinanze ed intravidero una colonna di fumo sottile. Alexander le propose di dividersi. Lui avrebbe tentato di conversare civilmente con i misteriosi uomini, lei invece avrebbe dovuto aggirare l'accampamento e trovare gli eventuali pezzi grossi. Annuì velocemente, sorpassandolo e rinfoderando la spada. Era ingombrante per arrampicarsi sugli alberi, e lo era ancora di più se doveva intrufolarsi in tende e capanne. Lo osservò con una punta di dubbio nello sguardo felino. - Quando li trovo, cosa devo farci?- Sibilò piano, portandosi una mano sul fianco ed estraendo il pugnale che precedentemente aveva usato per ammazzare le guardie del mercante. Non attese risposta e si addentrò lentamente tra le fronde degli alberi. L'odore di terriccio umido e di putrefazione le entrò nelle narici, facendola sbuffare disgustata. Che diamine ci sotterravano sotto alla terra nella fazione dei valorosi restava un'incognita per lei. Proseguì in silenzio, scansando rami e sassi, sino a raggiungere quello che pareva il lato destro dell'accampamento. Alzò lo sguardo ed intravide un ramo alla sua portata. Incurvò un angolo della bocca, preparandosi al balzo. Piegò le ginocchia, saltando ed arrivando a toccare il ramo con le mani. Fu sufficiente. Si issò con agilità, trovandosi accovacciata sulla pianta come un gufo. Decise di salire di alcuni metri, per poter vedere meglio. Quando arrivò in cima notò che le dimensioni dell'accampamento non erano così eccessive come avevano immaginato. Dieci capannette disposte a cerchio, al centro il fuoco con alcuni soldati ed in cima, nascosta da un abete maestoso, sopra il cerchio di tende, vi era quella che doveva racchiudere i comandanti. Sbuffò nuovamente, comprendendo di trovarsi troppo indietro rispetto al suo obiettivo. Decise così di proseguire l'avvicinamento dagli alberi, spostandosi silenziosa di ramo in ramo. La sistemazione dei comandanti - o meglio, per logica doveva essere quella - aveva dimensioni contenute, grande quanto due tende normali, era la posizione a preoccuparla. Avrebbe dovuto scendere dagli alberi ed intrufolarsi nell'accampamento, spostandosi di tenda in tenda fino ad avvicinarsi all'obbiettivo. Sospirò, guardandosi attorno alla ricerca di un segnale che potesse farle capire quando procedere. Silenzio. Attese qualche minuto poi, come era salita, scese dall'albero. Atterrò a terra velocemente, appena in tempo per nascondersi dietro ad un masso ed aspettare che le due sagome vocianti si dileguassero. Si tirò in piedi e proseguì la sua camminata, arrivando al limitare del boschetto. La prima tenda era a una decina di metri da lei, ma per arrivarci, avrebbe dovuto camminare in zona scoperta. Si guardò attorno e poi partì, correndo leggera fino alla costruzione. Senza pensarci vi si infilò dentro, trovando quello che doveva essere un grasso guerriero addormentato. Un sorriso maligno si dipinse sulle sue labbra, mentre un rumore di voci allarmate catturò la sua attenzione.
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    La risposta di Aranel non si fece attendere e la giovane si dileguò nel folto degli alberi che li circondavano nel giro di un minuto, non prima di avergli chiesto, pur senza aspettare la risposta, cosa fare con i pezzi grossi che doveva cercare. Alex avrebbe voluto risponderle che non doveva farci niente, era meglio che non li ammazzasse senza un motivo preciso, ma alzò gli occhi al cielo e sbuffo contrariato dal momento che non ebbe il tempo di risponderle. Nella sua mente non c'era un piano preciso da seguire, sicuramente avrebbe improvvisato come suo solito, ma avrebbe ardentemente desiderato essere un tipo di persona un po' più metodica, così da prepararsi un discorso da fare agli sconosciuti.
    Si avviò dalla parte opposta rispetto ad Aranel, procedendo quanto più velocemente poteva, sempre nei limiti del silenzio che era obbligato a mantenere. Aveva, fortunatamente, scelto un ottimo lato da cui osservare l'accampamento: riuscì a raggiungere una piccolissima altura, tre o quattro metri rialzata da terra, e, nascosto dietro i grossi massi, si mise a studiare le posizioni delle tende e degli uomini. Lui si trovava alla sinistra della tenda più grossa di tutte, dalla quale proveniva delle grida un po' confuse, segnale di una discussione in corso. Poco più in là c'erano il resto delle tende, da un paio di esse alcuni uomini entravano e uscivano, ma per il resto sembravano "disabitate". Diversi uomini se ne stavano intorno al fuoco, alcuni addormentati e altri di vedetta, e Alexander riuscì a scorgere anche un piccolo gruppo diretto verso il limitare dell'accampamento, probabilmente esploratori che avrebbero dovuto pattugliare il confine. E poi le vide, le grosse catapulte -o qualcosa di simile- su ognuna delle quali era già pronta una di quelle palle acuminate descritte da Hìlador, pronta per essere lanciata. Alexander scese dall'altura, puntando in direzione delle grosse armi -quattro, da quello che aveva potuto notare- e riuscì ad avvicinarsi quanto bastava per studiarsele un po'. Non erano armi di fattura pregiata, né tanto meno opera di esperti, il che gli fece pensare che il gruppo di uomini fosse un'associazione di recente nascita e del tutto improvvisata, che aveva ancora tanta strada da fare. Quello che non gli era chiaro era il perché del loro apparente scopo. -Cerchi qualcosa, straniero?- una voce alle sue spalle ruppe il silenzio. Alexander deglutì rumorosamente, poi si voltò pian piano, incrociando lo sguardo duro di un uomo alto quanto lui, ma più robusto. -Semplice curiosità, catapulte di questo genere non si trovano spesso in giro.- rispose senza pensarci, abbozzando un sorrisetto poco convinto. L'uomo fece un suono molto simile ad un grugnito, quindi lo afferrò per un braccio con rapidità, trascinandoselo dietro senza che Alexander opponesse resistenza. -Abbiamo ospiti, ragazzi!- urlò l'uomo che l'aveva preso, svegliando l'intero accampamento che irruppe in borbottii sommessi e grasse risate. Alexander divenne il centro d'attenzione verso cui dieci paia di occhi si rivolsero; gli uomini confabulavano tra loro, scambiandosi opinione in merito al nuovo arrivato, poi le voci si quietarono non appena dalla grossa tenda che aveva scorto il Cavaliere uscirono tre uomini, rivestiti di tutto punto, armatura e spada in pugno. -Chi abbiamo qui?- domandò uno. -E' quello che penso che sia?- chiese l'altro, a cui rispose il terzo, quello che sembrava il capo del gruppo. -E' un Cavaliere di Drago, non può essere altrimenti. Non è vero, pivello?- Alexander fissò ad uno ad uno i tre volti, indeciso se rivelare o meno la sua identità. -Se pure fosse? Sarebbe un problema così grave?- ribatté, e dando uno strattone all'uomo che ancora lo teneva, si liberò dalla presa. Tornarono i brusii di sottofondo a rompere il silenzio all'interno dell'accampamento; i tre uomini gli lanciarono occhiate gelide e si scambiarono sguardi tra di loro, quasi sembrava stessero intrattenendo una conversazione silenziosa. -E' un problema decisamente grave!- rispose quindi l'ultimo dei tre che aveva parlato, prorompendo in una grassa risata -Dovremmo eliminarti, così da eliminare anche il tuo drago.-
    Alexander Saddler non era mai stato un tipo eccessivamente diplomatico, soprattutto quando si sentiva minacciato come in quel caso. Cercò di mantenere la calma, nei limiti del possibile, guardandosi intorno in cerca di un segno di Aranel o dei due loro draghi. Vide uno scintillio provenire da una tenda e, automaticamente, un angolo della sua bocca si incurvò. -Io credo...- cominciò a dire -Che voi non sappiate in che guaio vi siete messi.- la mano destra scivolò automaticamente verso l'elsa della spada. -Potremmo parlarne, non credete, potreste anche dirmi quale problema vi creano i draghi, ci potremmo ragionare sopra.- Quella frase, apparentemente ingenua, suscitò le risate dell'intero accampamento. Alexander non si scompose, aveva previsto quella reazione; alzò le spalle con fare rassegnato, senza perdere di vista i tre capi. Uno di loro, all'improvviso, tirò fuori la spada dal fodero. -Ti abbiamo lasciato respirare fin troppo, ragazzino, di' addio al mondo!- L'uomo gli si avvicinò con fare minaccioso, Alex non si mosse ma era comunque pronto a reagire. Non ce ne fu bisogno. Sentì un grido stridulo e rabbioso scuotere la terra, poi dal nulla, Hìlador planò verso il punto in cui si trovava il suo cavaliere, afferrando il suo avversario tra i grossi artigli e lanciandolo tra gli alberi come fosse stato un sacco di piume. -Oooh, dannato rettile!- borbottò Alexander, sguainando la spada: nella confusione generale scatenata dall'arrivo del drago, ci si era dimenticati di lui, che ebbe quindi il tempo di rifugiarsi nella tenda in cui aveva visto lo scintillio di un'arma, nella speranza di trovarvi Aranel, in primo luogo, e anche per prendersi qualche minuto di tempo per pensare a cosa fare.
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    In verità non avrebbe voluto ucciderlo, o meglio, prima sarebbe stato utile scoprire qualcosa di più su di lui e gli altri uomini nel campo, ma le circostanze del momento glielo impedirono. Il vociare si fece più forte ed insistente, concentrandosi si sforzò di capire che diavolo stava accadendo nel centro del villaggio ma non ebbe bisogno di lunghi ragionamenti per capire a chi fossero dovute tante attenzioni. Fece per fare un passo indietro e tornare nel buio della tenda ma sentì qualcosa di decisamente simile ad una lama penetrargli appena tra le scapole. - Non ti muovere, donna!- Sibilò una voce maschile da dietro le sue spalle. Girò appena il volto, sperando si riuscire a vedere l'uomo in viso. - Tutto questo baccano ha disturbato i tuoi sogni? - Domandò con ironia, allargando appena le braccia. La pressione tra le sue scapole si allentò, segno che l'uomo stava cambiando intenzioni. Una risata piuttosto gutturale e disgustosa la costrinse a pensare che l'idea che poteva essere venuto in mente all'uomo era peggio della morte stessa. Senza riflettere a lungo decise di agire. - Butta la spada!- Sentenziò lo sconosciuto, spostandosi davanti a lei. - Subito! - Aggiunse, lanciando la sua nell'angolo. Evidentemente credeva di essere tanto spaventoso e possente, rinchiuso in quegli stracci che erano la sottoveste all'armatura. Negli occhi dell'uomo, che intravide solo per alcuni istanti, forse grazie alla luce di rimando che le torce esterne, ora accese, buttavano sulla tenda, notò una supponenza nauseante. Decise di porre fine a quell'orrido spettacolino di circo in quel preciso istante. Portò la mano sinistra verso il fodero della spada e lo sganciò, lasciandolo cadere pesantemente. - Siete troppo arrendevoli, voi cavalieri di mostri...- Fece un passo avanti, allungando una mano e quello fu l'ultimo gesto che fece in vita. Aranel fece un passo avanti a sua volta, avvicinandosi all'uomo ma nel momento in cui lui fece per afferrarle la spalla, lei estrasse da un secondo fodero, posto nel retro della cintura, il pugnale e lo conficcò con forza nel petto del suo assalitore. - Cibo per vermi...- Sibilò, raccogliendo in fretta la sua spada. Poi Hilador sbucò dal buio, si diresse velocemente dove doveva esserci la maggior concentrazione di uomini e scaraventò qualcosa nel folto degli alberi. La giovane sbuffò sconsolata. Evidentemente la grande idea di Alexander non aveva avuto buon fine. Fece per imprecare quando qualcosa o qualcuno irruppe a gran velocità nella tenda. La giovane si appiattì nell'ombra brandendo il pugnale, poi riconobbe la figura di Alexander e parlò. - Non inciampare nel cavadere Alexander, altrimenti si accorgeranno subito che siamo qui! - Disse ironica, avvicinandosi al giovane. - Che diamine è successo lì fuori?!- Chiese poi, sentendo lo sbuffo annoiato del suo drago nella mente. - In verità non penso ci fosse bisogno dell'intervento di Hilador, ma vedi, un po' di scena fa sempre bene e tu eri lontana da lui...- Sembrò quasi un rimprovero al quale Aranel non volle sottostare. - L'idea di dividerci è stata sua.- Terminò in fretta il colloquio con la creatura e si guardò attorno. Raccolse da terra un arco con alcune frecce e sorrise maligna in direzione di Alexander. - Ora come ce ne andiamo? - Chiese, estraendo una freccia.
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    Non appena entrò nella tenda, Alex cercò la figura di Aranel all'interno della tenda, certo che fosse lei e nessun altro. Non la vide subito, ma lei lo riconobbe e lo avvertì di stare attento ad un cadavere che se ne stava a terra. Alexander inarcò un sopracciglio, rivolgendo subito lo sguardo a terra, alla ricerca della figura del cadavere; la intravide subito, contorni non troppo delineati a causa della pochissima luce che filtrava dalla tenda, ma era chiaramente la sagoma di un essere umano. Il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato, ogni sua intenzione era andata completamente in fumo. Aranel gli chiese cosa fosse successo nel campo e Alexander, avvicinandolesi, glielo spiegò. -Quello che ero sicuro sarebbe successo.- disse con tono calmo -Non mi hanno ascoltato, mi hanno minacciato e Hìlador ha reagito.- In quel momento Alexander ricordò di avere un drago, che per inciso gli aveva rovinato il piano e, probabilmente, anche salvato la vita. Si avvicinò all'uscita della tenda per cercarlo, ma non si azzardò ad esporsi troppo e non lo vide. Riuscì solo a scorgere gli uomini che cercavano un nascondiglio, segno che, probabilmente, Hìlador stava sorvolando la zona, incutendo timore. -Non potevi aspettare qualche secondo in più?- Alex si sbrigò a chiudere la tenda e e cercare di creare un contatto mentale con il suo drago. -Prego Alexander, non c'è di che per averti salvato la vita.- ribatté stizzito Hìlador, a ragione. Alla fine aveva salvato la vita al suo cavaliere, la sua reazione era più che giustificata. Alexander si rilassò e sorrise, cercando di trasmettere la stessa sensazione al suo drago, che per tutta risposta sbuffo infastidito. Si sarebbe calmato, prima o poi.
    A quel punto, poi, Aranel gli pose un'altra domanda, questa volta chiedendogli come sarebbero usciti da lì. Alexander dovette pensare alla risposta: non aveva ottenuto alcun tipo di informazioni utili, e adesso le pretendeva, nonostante avesse la netta sensazione che non le avrebbe ottenute se non sotto tortura. Tese l'orecchio, cercando di capire quale fosse la situazione al di fuori della tenda: non c'era confusione alcuna né si sentivano vociare sommessi. Sembrava che intorno a loro ci fosse la desolazione più assoluta, il che non era buon segno. -Ce ne sono di modi per andarcene, Hìlador li ha terrorizzati.- borbottò lui, senza neanche sapere dove volesse andare a finire -Ma non abbiamo comunque ottenuto nulla, soprattutto nulla di buono. Adesso come adesso avranno una ragione in più per avercela con i Cavalieri di Drago.- Avevano sostanzialmente generato il caos, lui e Aranel. Si prese qualche altro minuto per pensare a cosa fare, ma non riuscì a pensare ad altro che alle informazioni e a quelle dannate catapulte che aveva osservato da vicino, scoprendo che non erano armi troppo ben fatte, ma comunque avevano una buona base, potevano essere migliorate, magari incantate e allora diventare pericolose. Dovevano distruggerle e distruggere anche i progetti. -Ho visto quelle catapulte, non sono minacciose adesso come adesso, le si distruggerebbe con un calcio.- cominciò a dire -Ma potrebbero diventare pericolose e non ho intenzione di lasciarle intatte.- Se non poteva ottenere tutte le informazioni che voleva, avrebbe almeno voluto sapere se quegli uomini fossero gli unici ad avere quelle armi e ad essere mossi da quello scopo. -Io cerco i progetti delle catapulte.- lo decise sul momento, voltandosi verso Aranel e sorridendole -Puoi fuggire a gambe levate, se non te la senti di rischiare ancora la pelle.- Fece per uscire dalla tenda, certo di conoscere la risposta della donna, ma si bloccò: non poteva dare tutto per scontato, Aranel avrebbe anche potuto scegliere di non seguirlo e tornarsene da dove era venuta, non l'avrebbe neanche biasimata.
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