Stay away from my prey

Casa di un mercante di schiavi - 4.04. 102 P.A.

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    Dragonrider • What are you gonna do when the world don't orbit around you?
    Alexander si risvegliò dopo diverse ore, forse tre o quattro, e lo fece con estrema lentezza. Non riuscì ad aprire gli occhi subito, ma si rese conto di essere cosciente perché riusciva ad udire un rumore soffuso, come di un fuoco che scoppiettava a fatica mentre stava per esaurirsi. Il fatto che non riuscisse a vedere e non potesse neanche muoversi gli fece credere di essere immerso in un sogno in cui regnava nient'altro che il buio, un sogno assurdo, privo di ogni senso. Ma i sogni erano così, almeno la maggior parte di essi. no?
    Cercò di sforzarsi e fare mente locale, schiarirsi le idee e cercare di venire fuori da quella sorta di limbo in cui si era venuto a trovare, il tutto dopo aver sentito una sedia muoversi ed aver concluso che no, non stava sognando. Nella sua mente risuonava l'eco lontano di una voce che chiamava il suo nome, lo chiamava con fare disperato, preoccupato, pregandolo di svegliarsi. Alexander, piano piano, riuscì a ricordare cosa fosse successo quel giorno, l'incontro con Aranel dovuto ad un'imboscata tesa da qualche squilibrato che non simpatizzava per i Cavalieri di Drago, lui e la ragazza che raggiungevano un campo di uomini che avevano attaccato i loro draghi, e poi lo scontro, le ferite e la ricerca di un dottore, quindi le cure ed il dolore, quel dolore lanciante che l'aveva portato a perdere i sensi; sentì il suo corpo agitarsi al ricordo della sensazione provata quando la donna aveva infilato l'ago incantato nella pelle per ricucire la ferita che aveva riportato. E mentre i nervi inviavano segnali ai muscoli di tutto il corpo, Alex riusciva anche a riaprire gli occhi, ma non gli fu facile mettere a fuoco le cose che lo circondavano, non subito almeno. Anche la riacquisizione completa della vista fu un processo graduale, giacché non appena riuscì ad aprire gli occhi, ciò che il ragazzo vide fu solo il buio più totale. Poi, lentamente, riuscì a mettere a fuoco delle ombre, le forme di ciò che aveva intorno: la stanza non era molto arredata, oltre al letto su cui si trovava lui c'erano un mobile che fungeva da comò ed una poltrona, e quasi infondo alla stanza poteva scorgere, se pur a fatica, la sagoma di un camino. E poi c'era lei, Aranel, che camminava avanti e indietro tra lui e la finestra. Non ne vedeva l'espressione, ma immaginò che la sua situazione avesse toccato il cuore della fredda ragazza che aveva incontrato non più di ventiquattro ore prima, che di sicuro era preoccupata. Si fermava davanti alla finestra -dalla quale non proveniva alcuna luce, perciò doveva essere ancora notte- e guardava fuori per un po', poi tornava vicino a lui e respirava pesantemente, come fosse in attesa di scorgere una sua reazione.
    -Che tua sia dannato, Alexander, vedi di aprire quegli occhi e dar segni di vita!- la voce che prima era stata solo un eco adesso si ripresentò di colpo più forte e nitida che mai. Hìlador, ovviamente. -Ricordami di insegnarti le buone maniere, un giorno.- ribatté con un po' di sforzo il ragazzo, sorridendo al drago che, lo sentì chiaramente, reagì con entusiasmo alle sue parole di scherno, felice di saperlo vivo e già di buon umore, il solito Alex. Per capire se riuscisse anche a parlare, poi, Alexander dette qualche leggero colpo di tosse per far ritrovare alle corde vocali una giusta sensibilità, e in questo modo richiamò l'attenzione di Aranel. La vide voltarsi verso di lui e adesso ne poteva anche vedere l'espressione. Le sorrise. -Te l'hai mai detto nessuno che le camminate avanti e indietro innervosiscono?- scherzò anche con lei, poi cercò di tirarsi su col busto facendo forza sulle braccia, ma era ancora troppo debole, si sicuro. -Siamo ancora nella locanda di quegli strani tipi?- domandò quindi, anche se era certo di conoscere già la risposta.
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    Aveva percorso la lunghezza della stanza innumerevoli volte, colloquiando con Vidarr che pareva decisamente poco rilassato. Forse, l'agitazione di Hilador lo stava turbando. Del resto era comprensibile che le creature fossero agitate, per un Drago, perdere il proprio cavaliere era un lutto immenso, come lo era del resto per l'uomo perdere un fedele alleato e compagno. Fu proprio quando nella sua mente riaffiorò timidamente il ricordo dei suoi vecchi compagni che un colpo di tosse catturò la sua attenzione. Alexander si era svegliato dal suo sonno e la osservava stancamente, intontito dal dolore e dalle bacche che Rose aveva steso sulla sua ferita. Aranel si avvicinò inarcando un sopracciglio. - Vedo che non hai perso il senso dell'umorismo... - Allargò le braccia sedendosi sul bordo del letto. - Non ci siamo mossi, tranne per qualche piano e qualche stanza, sia chiaro. Dayana ha deciso che sino all'alba nessuno di noi due si sarebbe mosso e posso assicurarti che l'accontenteremo ampiamente..- Lo osservò intensamente, posando lo sguardo prima sulla ferita poi sull'intera figura del giovane. - Si è svegliato, ma non saprei dirti se è in grado di andarsene a breve...- Il drago sbuffò sonoramente. - Poco importa a questo punto. L'importante è che si sia svegliato.- Decise che ne aveva abbastanza di conversare e si congedò con un sonoro sbadiglio, segno che annunciava una lunga dormita. Aranel tornò dunque a concentrarsi su Alexander che giaceva nel letto a pochi centimetri da lei. - Come ti senti? Hai dormito parecchio...- Parlò con tono piatto, muovendo le mani nell'aria come a voler sottolineare il momento passato e a chiuderlo, sperando in una rapida ripresa. - A breve arriverà qualcuno a vedere come stai... Cerca di non accoglierlo con quella cera, non vorrei sobbarcarmi anche le spese del becchino sia chiaro.- Concluse osservandolo seria.
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    Con più attenzione di quanto lui stesso pensasse di poter prestare, Alexander seguì ogni movimento di Aranel e sorrise quando quella fece riferimento al suo umorismo, decisamente non andato perduto a causa della situazione. Ovviamente, avrebbe voluto aggiungere lui, che non si perdeva praticamente quasi mai d'animo: Alexander era fatto così in tutto, l'esatto opposto di suo fratello David, il quale si poteva definire più realista che pessimista, mentre lui era un'ottimista a tutti gli effetti; era fiducioso, soprattutto riponeva sconfinata fiducia in se stesso, nella sua intelligenza e furbizia e in quella che riteneva fosse l'illimitata forza di volontà che lo caratterizzava. Conoscendosi, se non fosse stato per Aranel e per la sua insistenza nel trovare un medico che lo curasse, Alex se ne sarebbe andato in giro come se nulla fosse, fino a che non fosse caduto a terra privo di sensi in attesa che un'anima pia o, peggio, la morte, lo venissero a raccogliere. -Che ci vuoi fare, fa parte del mio fascino!-ribatté con fare scherzoso, cercando di alzare le spalle per dare ancor più l'idea del ragazzo superficiale che non era, ma che spesso si fingeva di essere così, tanto per scherzare un po'.
    La ragazza si sedette sul bordo del letto e lo fissò per qualche secondo, quindi gli disse che la donna che l'aveva curato aveva insistito affinché sia lui -logicamente- sia la ragazza rimanessero lì nella loro locanda almeno fino all'alba, ed Aranel aggiunse che così avrebbero fatto. Alexander corrucciò l'espressione, aggrottando le sopracciglia mentre sul volto si dipingeva una qualche forma di scontento: non sapeva bene per quale motivo e sperava vivamente di sbagliarsi, ma la famiglia che li aveva accolti e che l'aveva curato non gli piaceva più di tanto. Non si fidava, nonostante fossero stati particolarmente gentili con entrambi, e forse era proprio questa gentilezza quasi eccessiva che lo aveva messo in allarme. -Smettila di vedere il male dove non c'è, non sei Dave!- lo rimproverò Hìlador, alludendo al fratello ed al suo atteggiamento nei confronti degli altri -Ti hanno rimesso in piedi, anzi, direi che ti hanno praticamente ridato la vita visto che eri già con un piede nella fossa.- Alexander scelse deliberatamente di ignorare quei rimproveri da parte del suo drago, che per tutta risposta sbuffò sonoramente. L'attenzione del ragazzo tornò quindi a rivolgersi ad Aranel: la fissò ancora un po' con aria torva, quindi si rilassò e sospirò. -E sia, rimarremo qui.- acconsentì, come se poi un suo "no" avrebbe avuto il potere di cambiare le cose e portarlo via da lì -Ma all'alba ce ne andremo.- Non sapeva quanto mancasse all'alba né se sarebbe stato ancora meglio per quando il Sole fosse sorto, ma non aveva intenzione di rimanere in quella locanda un minuto di più.
    Mentre fissava la finestra per cercare di calcolare quanto mancasse al mattino, la voce di Aranel lo riportò alla realtà: la ragazza gli chiese come stava e che aveva dormito parecchio, poi aggiunse che prima o poi sarebbe arrivato qualcuno a controllarne le condizioni e, con fare scherzoso anche lei, gli disse che non era bello farsi trovare così conciato. Alexander ridacchiò appena. -Sai essere di spirito anche tu, quando ti impegni, eh?- domandò retoricamente per schernirla, poi con fare più serio proseguì -Mi sento sicuramente meglio di.. non so quanto ore fa. Non so quanto sia veloce l'effetto degli intrugli di quella donna, ma per ora pare che funzioni piuttosto bene.- Per dirla tutta, neanche lui sapeva di preciso come stesse: meglio di prima, quello era sicuro, ma non avrebbe saputo dire quanto fino a che non fosse sceso dal letto e non avesse provato a camminare. Guardò Aranel e fece per chiederle di aiutarlo, ma poi, nonostante la luce non fosse poi così intensa, vide la porta aprirsi e una delle due donne -non avrebbe saputo dire se madre o figlia- entrò nella stanza.
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    Aranel annuì, dopotutto non avevano tempo da perdere e Alexander pareva avere una certa fretta di andarsene. A dirla tutta anche la giovane non vedeva l'ora di prendere le distanze dalle terre dei valorosi ma sapeva che per riuscirci era necessario anche Alexander nel pieno delle sue energie. - Tornerà a breve vedrai... - Non terminò neppure la frase che nella stanza fece capolino la minuta figura di Rose. - Oh, si è svegliato presto. Non è da tutti sapete... Vado a chiamare mia madre.- Le parole giunsero lontane ai due cavalieri poiché Rose le pronunciò mentre già correva lungo le strette scale della locanda. Aranel scosse il capo cercando di trovare qualche somiglianza tra lei fanciulla e la ragazzina ma non vi trovò nulla. - Ditemi che a breve potremo finalmente levare le squame da queste terre strane, ignobili bipedi...- Vidarr come sempre non mancò di sottolineare con qualche insulto bonario la differenza d'aspetto tra lui ed i cavalieri, accompagnando il tutto con una sbuffata sonora. Aranel non rispose perché la voce squillante di Dayana la costrinse a voltarsi nuovamente verso la porta. - Annael! Kyle! Non sapete quanto mi rende gioiosa vedervi in forma... Disse avvicinandosi al letto sul quale erano i due giovani. Fece correre lo sguardo su Aranel sorridendo sicura ed infine si soffermò su Alexander, avvicinando lo sguardo alla sua ferita. - Interessante, si è praticamente mangiata tutta l'infezione questa pianta schiacciata... Interessante, sì sì...- Dayana prese ad armeggiare con la scatola che Rose le portò alcuni istanti prima, parlando più con se stessa che con le persone presenti. Aranel si alzò dal bordo del letto e raggiunse la locandiera al tavolino poco distante. - Dite che si è ripreso bene mia signora? Riusciremo a partire entro breve tempo? - Domandò con cortesia piantando il suo sguardo freddo in quello della donna. Dayana smise di armeggiare con boccette e unguenti per focalizzare tutta l'attenzione sulla giovane che, senza battere ciglio o far trasparire alcuna emozione la fissava. Deglutì sonoramente e fece un passo indietro. - Ovviamente. È necessario che vi portiate dietro questi unguenti... Oh suvvia, non mi guardare così che mi spaventi! - Aranel inarcò un sopracciglio sorpresa. - Perdonatemi mia signora, è la forza dell'abitudine...- La donna scosse il capo ridacchiando poi fece cenno alla figlia di avvicinarsi. - Kyle e Annael devono mangiare, chiedi a tuo padre se la cucina già funziona che a breve arriveranno di sotto... Ah, questi cavalieri, sembrano fatti d'acciaio... -
    Aranel rise piano, posando una mano su quella della donna. - Voi non potete immaginare quanta gratitudine serberemo per voi...- Dayana sorrise imbarazzata poi si diresse nuovamente verso Alexander che stava disteso nel letto. - Bevi questo e aspetta che ti spalmo questo sulla ferita e torni come nuovo...- Aranel osservò la donna impacchettare tutte le sue boccette e rimetterle nel forziere con una rapidità sorprendente e si chiese se ogni strega possedeva un tale dono o era il destino a scegliere a chi attribuirlo. Dayana urlò ai cavalieri di affrettarsi a scendere quando ormai si trovava già fuori dalla loro stanza. La giovane osservò Alexander con la boccetta in mano e sorrise. - Affrettati, così ce ne andiamo...-
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    Fu la ragazzina quella ad entrare nella stanza, ma non fece in tempo a varcare la soglia che veloce come un fulmine prese a correre lungo le scale, avvertendo il resto della famiglia che il ferito si era svegliato. Alexander sbatté freneticamente le palpebre, poi sbruffò ed alzò gli occhi al cielo. Probabilmente stanchezza e dolore gli avevano giocato un brutto scherzo e continuavano a giocarglielo, perché altrimenti non si sarebbe spiegato tutta la diffidenza nei confronti di qualcuno che si era prodigato tanto nell'aiutarlo. Normalmente, lui era quello che nelle persone vedeva il buono, mentre suo fratello se ne fregava o al massimo vedeva il lato negativo delle cose, difficilmente vi vedeva qualcosa di diverso. Eppure, in quel momento lui "era più David" di quanto non lo fosse mai stato in tutta la sua vita, diffidente ed impaziente di andarsene di lì.
    In meno di un paio di minuti, la voce della donna che l'aveva curato proruppe lungo le scale ed il corridoio, per poi giungere direttamente lì nella sua camera. Dayana era felice come una bambina davanti ad un regalo: si compiacque nel vedere con quanta rapidità l'infezione fosse guarita, poi si allontanò per trafficare con una scatola che la figlia le aveva portato ed Aranel la seguì. Alex seguì le due donne con lo sguardo, chiedendosi di cosa stessero discutendo visto che parlavano a bassa voce e non le sentiva, ed all'ultimo si voltò ed incontrò il volto semi illuminato di Rose, che era rimasta sulla soglia della stanza con una candela in mano per fare luce. La ragazza gli sorrise imbarazzata e distolse lo sguardo, ma Alexander ci fece appena caso, poiché era troppo preso dal resto della situazione: voleva sapere se e quando se ne sarebbe potuto andare, solo questo gli frullava per la testa, tanto da fargli sfuggire anche il probabile vero significato dello sguardo della ragazzina -comunque troppo giovane per lui. Dayana, comunque, dopo aver parlottato con Aranel si rivolse alla figlia dicendole di andare da suo padre e fargli preparare qualcosa da mangiare per i due Cavalieri, forti come l'acciaio secondo lei. Prima di uscire anche lei dalla stanza, Dayana tornò da lui con un qualcosa da bere ed un altro qualcosa da spalmare sulla ferita che aveva. -G-Grazie, mia signora.- riuscì a dire lui, ritrovando finalmente un po' di cordialità e di educazione. La roba che la donna gli aveva dato da bere aveva un sapore a tratti amaro ed a tratti dolce, una cosa incredibilmente assurda dal punto di vista del Cavaliere, che con quel genere di cose non era mai riuscito a capirci molto. Anzi, proprio nulla.
    Poi la donna uscì e lui rimase di nuovo solo con Aranel, che lo guardò incuriosita per un attimo per poi dirgli di sbrigarsi, così poi se ne sarebbero potuti andare. Alexander mandò giù l'ultimo sorso rimasto nella boccetta, poi la posò a terra. -Non userò mai nessuno di quei cosi che ci ha lasciato, è inutile prenderli.- borbottò, poi si tirò su a sedere. Sentì immediatamente una fitta alla testa, insieme ad innumerevoli dolori alla schiena dovuti alla posizione che probabilmente per troppo al lungo aveva tenuto nel letto. Si rese conto di avere indosso solo i pantaloni, ed aveva fasce su fasce lungo tutto il busto, per sanare le varie ferite che neanche ricordava di avere. Si guardò intorno, ma non vide alcuna blusa, men che meno la sua. -Ha lasciato mille boccette e neanche qualcosa per coprirsi.- continuò a borbottare, infastidito da quella mancanza, poi si alzò. Il mondo intorno a lui prese a girare velocemente, come se si fosse trovato nell'occhio di un ciclone, e dovette sostenersi al muro per evitare di non rovinare a terra. Lentamente, poi, tutto tornò al suo posto e a quel punto il ragazzo cominciò a muovere qualche passo un po' insicuro all'inizio e poi sempre più deciso man mano che procedeva. Aprì lentamente la porta, realizzando che avrebbe dovuto fare delle scale, piuttosto strette e ripide per giunta. Odiava chiedere aiuto. -Non credo di essere.. come dire... in grado di fare quelle scale.- biascicò, voltandosi verso Aranel e chiedendole implicitamente un aiuto.
    Alexander Saddler @
     
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    La giovane si spostò di fianco alla porta, le braccia conserte e lo sguardo perso tra le crepe dei sassi che componevano le pareti della camera. Alexander si alzò borbottando e per poco non cadde a terra. Aranel rimase immobile, lo sguardo fisso sulla figura del giovane che lentamente prendeva colore. Tirò un sospiro di sollievo quando lo sentì lamentarsi per la dimenticanza delle donne e si affrettò a raggiungerlo sull'uscio della porta, raccogliendo da terra le cose che Dayana aveva lasciato lui. - Queste è meglio prenderle con noi. Non mi sembri proprio in forma brillante... Kyle - Sentenziò superandolo scuotendo leggermente il capo.Gli porse poi un braccio ed insieme si avviarono lungo la scala ripida che evidentemente il giovane non ricordava di aver percorso la notte precedente. - Vedi? Pensa che fatica ci è toccata per portarti là sopra...- Borbottò con ironia mentre si avviavano lungo il corridoio che portava ai tavoli nella locanda. Rose li raggiunse per condurli nella sala, aprendo loro il pesante portone in legno che separava la casa della famiglia dalla taverna. - Oh eccovi finalmente! Una buona colazione è ciò che vi occorre per rimettervi in forma! - Logan, l'unico cavaliere della famiglia gli accolse da dietro il bancone sorridendo come se avesse visto un qualche santo risorgere ed Aranel rimase un po' imbarazzata da tanta dimostrazione di gioia.Si sedettero al lato sinistro dell'Oste cercando con lo sguardo le loro armi. - Stanno arrivando con mia moglie e la vostra colazione... Annael, non guardarti in giro con quell'aria allarmata, Dayana ha dovuto dare una sistemata al vostro equipaggiamento...- Abbassò d'un tratto la voce ed uscì da dietro per raggiungerli. - Sapete, corrono tempi bui da queste parti... Strani umani che corrono qua e là senza apparente obiettivo ed invece chissà quali losche trame tessono... I cavalieri di draghi sono soggetti ad un odio che pochi conoscono, ma forse voi lo sapete meglio di me...- Aranel sgranò gli occhi e piantò lo sguardo in quello del locandiere. -... Oh, chi ha cercato di farvi la pelle non deve darvi tanta pena... Essi sono insetti, sapete? Logan fece per terminare la frase ma d'improvviso comparvero Dayana e Rose portando una vesti e armi e l'altra pane e zuppa. - ...Insetti che non avrete difficoltà ad estinguere direi a giudicare dal sangue che ho trovato sulle vostre vesti...- Poggiarono zuppe e pane sul loro tavolo, lasciando spade e quant'altro poco più in là. - Grazie, non sappiamo come ringraziarvi per l'ospitalità e l'aiuto...- Disse Aranel sorridendo appena verso i tre inaspettati aiuti. Dayana allargò le braccia e sorrise ampiamente prima di indicare una porta qualche metro più avanti. - Salite le scale, la prima porta a sinistra. Troverete i bagni con le vasche. Una pulita non vi farà che bene, dopotutto ora è giorno e due giovani puliti e composti fanno meno chiacchiericcio di due guerrieri imbrattati di sangue e unguenti.- Di fronte a tanta serietà ed autorevolezza Aranel non poté che rimanere basita ed annuire fermamente. - C-come desiderate mia signora...- Disse mentre Dayana si allontanava ridendo, lasciandoli nuovamente soli. Quando la porta sbatté Aranel sospirò sollevata, alzando lo sguardo su Alexander ed incurvando le labbra in una smorfia di scherno. - Hai capito? Fatti un bagno! -
    Aranel O'Malley @
     
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    Anche Aranel non mancò di borbottare, sentenziando prima di tutto che tutti gli intrugli lasciati da Dayana se li sarebbero portati via, visto che lui non era poi così tanto in forma come forse credeva di essere, e poi gli rinfacciò scherzosamente l'averlo dovuto portare su per quelle strette scale la sera precedente. Alexander la lasciò parlare, senza sprecarsi neanche un po' a ribattere; non era propriamente dell'umore giusto, per quanto ora fosse finalmente tornato di nuovo in piedi e con un po' di forze, era ben lontano dal sentirsi veramente bene. Odiava essere messo al tappeto, perché nonostante la forza di volontà che aveva, spesso gli ci volevano giorni per riprendersi ed il sentirsi debole lo faceva innervosire e lo trasformava quasi radicalmente: il ragazzo sereno e scherzoso di sempre lasciava per qualche giorno il posto ad un tipo più taciturno ed a tratti scontroso.
    Discesero la scala più o meno velocemente, ritrovandosi di fronte a Logan, l'oste-cavaliere che aveva offerto loro il proprio aiuto e quello della sua famiglia. Alex continuava a non fidarsi eccessivamente di quelle persone, anche se già si era rilassato rispetto a quando li aveva incontrati o a quando si era svegliato; ancora non riusciva a capire che genere di male vedesse in loro e se effettivamente fosse reale. Tra lui ed Aranel, quella più diffidente era lei, che però pareva trovarsi a proprio agio o comunque non sembrava temere quella famiglia come invece faceva lui. Il che era del tutto assurdo, paradossale. Tanto lui che Aranel cominciarono a guardarsi intorno, probabilmente per lo stesso motivo: dov'erano le loro armi? E le loro armature? Come se poi li avesse letti nel pensiero, Logan li avvertì che ciò che loro cercavano stava per arrivare, insieme alla colazione. Alexander lo fissò incredulo, ed il suo stupore aumentò man mano che l'oste proseguiva nel suo discorso. Sapeva che erano Cavalieri di Drago e sapeva che erano stati attaccati da gente che non li vedeva di buon occhio. Al Cavaliere si chiuse lo stomaco, improvvisamente non aveva più alcuna fame -e non che prima ne avesse avuta poi molta, comunque- ed ignorò totalmente la colazione che Rose gli aveva messo sotto il naso. I suoi occhi erano fissi sulla figura di Logan, che parlava ed intanto svolgeva le sue mansioni. -Voi cosa sapete di tutta questa storia?- domandò, un po' più bruscamente di come aveva pensato di fare -Non siamo i primi Cavalieri che vi capitano a tiro, vero?- I suoi occhi rimasero piantati in quelli di Logan, che adesso lo fissava, ma Alexander poteva sentire perfettamente altri sguardi puntati su di sé. L'uomo lo fissò in silenzio per qualche secondo, poi scosse la testa e sorrise. -Io sono dalla parte di voi Cavalieri, Kyle, non contro di voi.- esordì quindi l'oste, come per rispondere all'ostilità malcelata di Alexander piuttosto che alla sua domanda. Poi però riprese a parlare. -E comunque no, non siete i primi che mi capitano. Ma spero vivamente sarete gli ultimi. É da qualche tempo a questa parte che ci sono degli svitati che vanno a caccia di draghi, senza capire che non fanno altro che andare incontro alla morte. Ma sono pericolosi, pericolosi per quelli come voi che cercano risposte e trovano solo sangue e violenza.- Logan parve rabbuiarsi, ed Alexander fece altrettanto. Quella storia gli piaceva sempre meno ed avrebbe voluto scavare molto più a fondo, ma di certo da solo non l'avrebbe potuto fare e non era certo di trovare un manipolo di Cavalieri con la sua stessa folle idea di mettere a rischio le loro stesse vite per gettarsi a capofitto in quell'impresa, nonostante ne potesse andare della loro razza.
    Fu comunque Dayana a smorzare il silenzio che era calato nella stanza dopo quel lungo scambio di battute e dopo i ringraziamenti di Aranel per l'ospitalità. La donna suggerì loro di andare a farsi un bagno, così che ripuliti avrebbero sicuramente dato meno nell'occhio, e con grande sorpresa di Alexander, Aranel acconsentì. Il ragazzo si voltò a guardare la sua compagna di viaggio con fare sbalordito, ora che erano rimasti da soli. -Avevi detto che saremmo andati via.- borbottò, non molto convinto di voler perdere altro tempo. Non che il suo destino e le sue scelte fossero per forza legate a quelle di Aranel, ma era chiaro che non potevano andar via ognuno per conto proprio, da quella locanda sarebbero dovuti uscire insieme, anche perché Alex non era proprio sicuro di poter giungere fino ad Hìlador da solo. Ma Aranel sembrava già aver accettato l'idea del fare come la padrona di casa aveva suggerito loro, e pur contrario a ciò, Alexander dovette riconoscere che un bagno non gli avrebbe fatto altro che bene. Si alzò quindi e si allontanò dal bancone, puntando dritto verso le scale e questa volta intenzionato a farle da solo, senza l'aiuto dell'altra. Faticò non poco e sentì dolori dappertutto, ma alla fine percorse l'intera scala ed aprì la porta sulla sinistra, come Dayana aveva indicato. La donna sembrava averla già preparata a puntino, convinta che i due si sarebbero fatti il bagno assieme: c'erano candele un po' ovunque, ancora non accese però, ed asciugamani visibilmente puliti. -Quella donna..- bofonchiò Alexander, sorridendo divertito, poi si voltò verso Aranel -Mi dispiace che si sia impegnata così tanto e inutilmente. Prima le signore.- e così dicendo si fece da parte, continuando a sorridere.
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    Alexander si era incupito parecchio ed il discorso con Logan l'aveva reso ancora più irascibile. Aranel lo osservò di sottecchi, con calma surreale. Evidentemente i ruoli si erano invertiti. Alexander era diventato diffidente e scontroso, mentre lei appariva distesa e rilassata. Non conosceva pienamente il motivo di tanta "fiducia" riposta in quella famiglia ma nessuno dei tre membri la preoccupava. Forse stava sbagliando e con la sua arrendevolezza stava trascinando Alexander in una trappola mortale. Forse la tranquilla famiglia che gli ospitava mirava ad ucciderli in maniera più brutale dei soldati. Ripensò a Rose impugnare una lama e rise tra sé e sé, seguendo poi Alexander che irritato si era alzato - senza mangiare - e si era diretto alla sala bagno. Aranel rimase un poco indietro, osservandolo da distante, chiedendosi se incontrare quel misterioso cavaliere ed il suo drago aveva giovato alla sua vita o no. Non trovò risposta e la voce del giovane la costrinse a guardare nella sala che Dayana aveva preparato per loro. La giovane scosse il capo ridacchiando. - Inutilmente soprattutto... Ci mancavano solo le candele!- Commentò sporgendosi sulla soglia ed osservando il giovane. Si portò poi una mano sul fianco e lo osservò con aria indagatrice. - Fallo prima tu, così ce ne andiamo prima. So che non gioisci di questa permanenza, perciò è inutile perdere tempo...- Disse annuendo convinta. Poi si avviò verso l'angolo opposto della stanza e trascinò tra lei ed il giovane quello che avrebbe dovuto essere un paravento, di corteccia finemente elaborata. Recuperò uno sgabello e vi ci sedette sopra, con tranquillità. Il paravento nascondeva alla vista qualsiasi cosa stesse accadendo dall'altro lato e Aranel sperò che Dayana non entrasse di proposito per controllare. - Ecco qui, così faremo prima. Se ti metto in soggezione da qui dietro dimmi e me ne andrò...- Rimase poi un istante in silenzio, giocando con una ciocca ramata. - Dimmi un po'... E adesso che si fa? Il locandiere mi pareva piuttosto incupito da tali individui... Ma tu non mi sembra nutri molta fiducia in loro, come giustamente dovrei fare anche io. Parlare di fiducia mi sembra troppo comunque, io non mi fido di loro, ma neppure li temo. Guardali, che male ci potrebbero mai fare Kyle? Una ragazzina, una cantante ed un locandiere...- Parlò con tono piatto, muovendo le mani nell'aria come a voler sottolineare il suo pensiero. Forse però stava sbagliando. Forse aveva abbassato troppo la guardia. Guardò diritto dove pensava ci fosse Alexander e rimase in silenzio a lungo, meditando sul da farsi. - Fino ai draghi non ci dividiamo. Non mi rende tranquilla saperti a spasso per queste terre, mezzo morto con dei pazzi alle costole... Resti pur sempre un mio simile...-
    Aranel O'Malley @
     
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    La reazione di Aranel fu uguale alla sua, scosse di capo e risatine per quello che i suoi occhi vedevano. Ormai Dayana sembrava essere totalmente convinta che quelli che aveva ospitato non fossero due semplici Cavalieri di Drago, ma una vera e propria coppia, tanto che aveva riservato loro quella stanza ben sistemata e resa accogliente, con un'atmosfera perfetta per due amanti, un po' meno per loro due. Aranel entrò nella stanza, ma non per fare il bagno, bensì per sistemare un separé nel bel mezzo dello spazio disponibile: da una parte c'era la vasca, dall'altra Aranel vi posizionò uno sgabello. Alexander si guardò la scena incuriosito, chiedendosi perché la giovane si rifiutasse di fare il bagno per prima e soprattutto perché volesse rimanere lì mentre se lo faceva lui. Non che Alexander si vergognasse della sua presenza, c'era il separé a nasconderlo ed era più che certo che Aranel non si sarebbe sporta per scuriosare, eppure continuava a non capire il motivo di quell'atteggiamento. Il ragazzo fissò il paravento, poi sospirò mentre lei gli diceva che se ciò lo metteva a disagio se ne sarebbe andata. -Non saresti la prima ragazza con cui mi trovo in un bagno.- rispose prontamente, sorridendo divertito -Mi chiedo solo perché.- Non che volesse obbligatoriamente una risposta, ma di certo chiarirsi le idee gli avrebbe fatto piacere.
    Aranel cominciò poi a parlare, lasciando che le parole uscissero dalla sua bocca come un fiume in piena; Alexander intanto stava preparando la vasca, prendendo l'acqua calda dal pentolone che si trovava in tutte le abitazioni, visto che l'acqua corrente non esisteva più nella Sword's Hilt. C'era solo quel calderone, riscaldato da un fuoco perpetuo, probabilmente magico, e contenente acqua calda. Alex prese a svuotarne un po' nella vasca di legno, e nel mentre ascoltava Aranel. La ragazza cominciò a chiedergli perché mai fosse così tanto diffidente nei confronti di quella famiglia, assicurandogli che neanche lei si fidava eccessivamente, ma allo stesso tempo non li temeva. -Non li temo neanche io, anche se è vero che potrebbero averci in pugno, se solo volessero.- ribatté lui, con molta calma, mentre cominciava a spogliarsi ed infilarsi nella vasca. L'acqua calda gli dette una situazione di sollievo in un primo momento, ma poi sentì un po' di bruciore sulle ferite, sensazione che per fortuna non durò molto. Cominciò a strofinarsi addosso, passando con mano leggera sulle ferite per paura di irritarle di nuovo; su di loro avrebbe decisamente preferito l'acqua fredda.
    Aranel poi riprese a parlare, e sentenziò che non si sarebbero separati prima di arrivare ai draghi, perché temeva per lui sostanzialmente. Effettivamente non aveva tutti i torti, lo sapeva benissimo anche lui che non sarebbe arrivato da Hìlador senza un aiuto. -Lo so, purtroppo.- rispose quindi, sospirando ancora -Mi dispiace farti perdere tempo in questo modo, immagino che preferiresti essere lontana da qui ormai da ore, e invece devi stare a farmi la guardia.- La sola idea lo infastidiva, si sentiva debole e peggio di un parassita, lui che ormai si era abituato ad essere indipendente e contare principalmente su di sé e su Hìlador, ed anche su suo fratello, ma in maniera minore: lui e Dave avevano le loro vite, molto diverse, le loro abitudini e le loro missioni, diverse anche quelle. -Aranel, non sei obbligata a rimanere qui, questo è giusto che tu lo sappia.- la avvertì poi, pur essendo totalmente convinto che la ragazza non si sarebbe fatta persuadere con tanta facilità.
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    Si accovacciò sullo sgabello come un gatto, gambe incrociate e sguardo attento. Alexander non capì per quale motivo si fosse seduta lì ed alla giovane scappò una breve risata. - Secondo te? Per ucciderti mentre ti lavi ovviamente...- Ribatté in tono serio, prima di tamburellare le dita sul bordo in legno della seggiola. - Come pretendi avremmo potuto parlare se io fossi rimasta fuori? Urlando? - Aggiunse sorridendo divertita, ben cosciente del fatto che lui non la potesse vedere. - Sì, se avessero voluto ci avrebbero già fatti fuori nel sonno o con gli intrugli che ci hanno dato... Ma evidentemente non rientra nei loro interessi farci la pelle...- Lasciò la frase in sospeso, scrutando il soffitto in sasso con cura, cercandone le crepe ed i probabili punti di rottura. In verità stava cercando la falla nel sistema, il punto d'incrinatura in quella mattinata quasi ordinaria. Alexander le ricordò che nessun obbligo la tratteneva lì ed in qualsiasi momento, in qualsiasi modo lei avrebbe avuto la possibilità di andarsene. Rimase in silenzio un breve istante, passandosi una mano tra i capelli. Perché effettivamente non se ne andava? Nessun obbligo imponeva alla giovane di restare con il cavaliere ed il suo scorbutico drago, come del resto neanche lui ed Hìlador avevano obblighi verso di loro. La situazione si presentava contorta, forse più del previsto. Posò lo sguardo sul paravento e ridacchiò. - Non te l'ho detto? Fare da balia ai cavalieri feriti è il mio hobby segreto, per ammazzare la noia...- Disse in tono ironico, cercando di essere convincente, poi si fece più seria. - Non capisco cosa ci trattiene dall'andarcene sai? Questa storia dell'andarsene quando si vuole la sento da quando siamo usciti da quella casa, eppure ne tu ne io ci siamo mossi... Non hai nessun obbligo nei confronti di me o Vidarr, così come io non ne ho verso tu o Hìlador. Non ti devo nulla, nessun favore o denaro, eppure vista da fuori chissà cosa sembra questa... Collaborazione confusa...- Le ultime parole le disse quasi con timore poiché non le sembravano appropriate ma non riuscì a trovare alcun altro modo per sostituirle. Vidarr irruppe nei suoi pensieri con un ringhio divertito. - Umana, il sole brilla ai bordi delle vette, il vento è favorevole e Hìlador pare essere quasi di buon umore. La caccia è stata proficua e momentaneamente ho un cervo di quattrocento chili che riposa nel mio stomaco... Ci stavamo chiedendo quando tornerete a degnarci della vostra presenza...- La giovane rise, immaginando un cervo addormentato nello stomaco del suo compagno, poi si ricompose. - Non saprei dirti...- Rispose semplicemente, attorcigliandosi una ciocca sull'indice, mentre il tempo scorreva lento nella locanda.
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    Più si conoscevano, più Alexander scopriva un lato della giovane rossa che non aveva mai pensato potesse esistere: era scherzosa, sapeva ironizzare alla perfezione sulle situazioni, e la cosa gli faceva piacere perché Alex si trovava meglio con la gente affabile piuttosto che con quella scontrosa. Insomma, l'Aranel di inizio conoscenza, quella di qualche ora prima, l'avrebbe abbandonata in fretta se non si fosse trattato di una collaborazione di convenienza e se non fossero successi guai, ma adesso parlare con lei gli faceva piacere e lo aiutava a riacquistare la serenità che sostanzialmente gli apparteneva e che lo rendeva anche un tipo gioviale. -Come hai visto, non sono così facile da ammazzare.-ribatté lui con decisione, ben consapevole del fatto che in quella vasca di legno, nudo, ferito e completamente disarmato, sarebbe potuto morire nel giro di due minuti. Ma comunque si fidava di Aranel, ed ora che lei ce lo faceva pensare, forse poteva anche prendere in considerazione l'ipotesi di fidarsi della famiglia che li ospitava: la ragazza aveva ragione, se Dayana li avesse voluti uccidere gli avrebbe messo qualcosa nelle ciotole, mista al cibo, e a lui gli avrebbe dato unguenti velenosi. Ma non l'aveva fatto, almeno per il momento così sembrava; poteva anche succedere che alla fine aveva dato loro intrugli velenosi che agivano molto lentamente, così che non sarebbero morti immediatamente, ma non voleva pensarci neanche un po'.
    Dopo un po' Alexander le chiese cosa la trattenesse lì, dicendole anche che sarebbe potuta andare via quando desiderava, ma Aranel cominciò a dirgli che non capiva cosa ci fosse a trattenerla, ma che comunque non coinvolgeva solo lei: da quando si erano conosciuti, entrambi erano stati più volte sul punto di alzarsi in volo col proprio drago e volare lontano, eppure erano rimasti lì, insieme, a combattere per una causa comune. Alex la ascoltò molto incuriosito, per lui le collaborazioni con altri Cavalieri non erano novità, ma per Aranel sembrava tutta un'altra storia, come se in vita sua non avesse mai lavorato insieme a nessun altro che non fosse stato il suo drago. E non gli riusciva difficile credere che fosse così. Da parte sua, il giovane Saddler doveva ammettere che quella era non la prima collaborazione, ma di sicuro la più assurda, perché con una tipa del genere non aveva assolutamente mai avuto a che fare e sapeva anche quanto non fosse facile averci a che fare; lui era stato fortunato a far emergere anche il lato un po' più umano e socievole di lei. -Ad occhio esterno non sembra affatto una collaborazione, confusa per di più.- gli rispose lui, uscendo dalla vasca e cercando immediatamente un asciugamano da arrotolarsi in vita -E l'impegno che ci ha messo Dayana nel preparare questa stanza te lo dimostra.- Rimase poi in silenzio per qualche secondo, mentre si sistemava l'asciugamano e con un altro, leggermente più piccolo, si asciugava il busto e si strofinava i riccioli scuri. -In tutta sincerità, a me piace il lavoro in solitaria, ho modo di organizzarmi come più mi piace, seguendo solo le mie abitudini, i miei principi e tutto il resto.- riprese a dire, sorridendo e superando il separé, parandolesi davanti e fissandola negli occhi -Con le collaborazioni bisogna scendere a compromessi, ma hanno anche lati buoni. Ad esempio, io non mi sarei lanciato in quella folle impresa se fossi stato da solo, oppure in due o più persone ci si può guardare le spalle a vicenda o...- Si bloccò improvvisamente, perché sentì nella sua mente Hìlador sbruffare, in modo così chiaro che sembrava quasi fosse a due passi. Il drago sembrava avere abbastanza fretta di andare, di allontanarsi da lì, ma Alexander era certo che la sua principale preoccupazione fosse l'accertarsi delle condizioni del suo Cavaliere. Il giovane scosse la testa, lasciando che qualche goccia d'acqua volasse qua e là, e sorrise. -Hìlador vuole vedermi.- spiegò, anche se Aranel non gli aveva chiesto nulla, quindi aprì la porta della stanza e poi si voltò verso di lei -Tu non vai? Hai tempo per farti un bel bagno rilassante, perché io dovrò... bè, sai, farmi rimettere tutti gli intrugli e le fasce da Dayana.- disse, alzando le spalle e afferrando al volo i pantaloni che aveva lanciato a terra, proprio vicino alla porta, quindi uscì e si diresse verso quella che era stata la sua stanza.
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    Aranel ascoltò in silenzio le considerazioni del giovane ed alla fine scoppiò in una grossa risata. Evidentemente per lui questi comportamenti erano conseguenze ovvie, dovute ad una collaborazione, ma per Aranel no. Lei non collaborava spesso e se in passato le era capitato di doverlo fare si era trattato di cose veloci e sterili, dalle quali non poteva nascere nulla. Alexander uscì dalla vasca di fretta, come se il suo drago lo avesse spinto a metterci più energia quella mattina. La giovane alzò le spalle sbuffando, poiché persino Vidarr pareva avere fretta. Alexander era già uscito dalla stanza, probabilmente Dayana lo stava già aspettando con tutto l'occorrente per rimetterlo a nuovo, aspettandosi che lei lo raggiungesse, come una brava compagna. Osservò l'acqua nella vasca e quasi non fece un balzo indietro quando la stessa scomparve, lasciando qualche goccia sul fondo. - Ma che cazzo...- Bofonchiò a labbra strette mentre iniziava a spogliarsi lentamente, massaggiandosi le spalle e le braccia. D'improvviso un rumore sospetto la costrinse a guardare un paiolo evidentemente stregato, che pian piano si riempiva d'acqua calda. Sorrise divertita, immaginandosi quanto impegno dovesse averci messo Dayana. L'acqua investì il suo corpo velocemente, scaldandolo all'istante. Aranel non ricordava quasi l'ultima volta in cui aveva fatto un bagno serio, con tanto di acqua calda e candele, poco importava in verità poiché la giovane si stava godendo appieno il momento. - Umana la mia pazienza scarseggia, sono passate ore ormai...- La voce roca del drago la riportò alla realtà, spingendola fuori dalla vasca, verso un asciugamano ed i suoi vestiti. - Devo essermi appisolata un qualche istante, datti una calmata...- Rispose seccata, mentre con ancora i capelli umidi si fiondava fuori dai bagni alla ricerca di Alexander. Vagò qualche minuti tra scale e corridoi, poi si diresse nella cucina della locanda ma vi trovò solo Logan intento a cucinare. - Cosa cerchi Annael? - Chiese l'uomo osservandola incuriosito. - Kyle. - Rispose semplicemente la giovane, scatenando le risate del Cavaliere che brandendo un grosso mestolo di legno le fece cenno di uscire. - Esci in cortile, sono certo ti stia aspettando da un po'...- Disse quasi urlando, mentre il portone si chiudeva, rigettandolo nel suo piccolo regno. Gli ospiti della locanda cominciavano ad affollare i tavoli e la giovane, sentendosi troppo in vista, decise di uscire in cortile, seguendo il consiglio dell'oste. Si diresse verso il portone e lo spinse con forza, chiamando il cavaliere con voce quasi disperata. - Kyle! Dove diamine sei finito cazzo?!- Si guardò intorno, notando che la cittadina in cui erano approdati la notte prima era veramente triste rispetto ai suoi abitanti che timidi avevano iniziato a popolare le stradine. Incrociò le braccia e sbuffò sonoramente, accendendosi una sigaretta. - Meno male che avevi fretta di andartene eh...-
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    Lasciò Aranel al suo momento di relax, momento meritatissimo visto e considerato che nonostante potesse avere -probabilmente- di meglio da fare, era rimasta con lui per un'intera notte, il tutto dopo aver combattuto fianco a fianco. Il riposo se lo meritavano entrambi, indubbiamente.
    Lui si era diretto immediatamente verso la "sua" stanza, completamente immerso nei propri pensieri tanto da dimenticarsi di chiudere la porta, che lasciò accostata. Stava già meglio, il bagno era stato decisamente rigenerante e si sentiva già pronto per riprendere a viaggiare. -Dovremmo tornare a casa, così riposeresti un po'.- lo avvertì Hìlador, irrompendo nei suoi pensieri che, per altro, vertevano tutti proprio verso quell'unico argomento: cosa fare una volta uscito da quella locanda. -Non dovremmo lasciare le cosa così, Hìlador. Non possiamo permettere a gruppi di squilibrati di mettere in pericolo voi e noi Cavalieri.- Alexander era un tipo piuttosto deciso quando si trattava di avventure come quelle, amava andare fino in fondo anche se sapeva perfettamente i rischi che correva. -Ci hai quasi rimesso la pelle per esserti messo in mezzo una volta, non ti permetterò di farlo di nuovo. Anche perché non è detto che ci sia Aranel a salvarti.- borbottò infastidito il drago, sbuffando sonoramente. Alexander sorrise e scosse la testa. -So cavarmela da solo, brontolone.- gli rispose, non solo pensando ma anche esprimendo quella sua idea ad alta voce. E nel dirlo si tolse l'asciugamano da intorno alla vita, ma scelse il momento peggiore: mentre lui era completamente nudo nella sua stanza, in procinto di infilarsi di nuovo i pantaloni, qualcuno entrò nella stanza senza degnarsi di bussare, spalancando del tutto la porta. Alexander si voltò non appena sentì il cigolio dei cardini, incontrando lo sguardo stupito ed imbarazzato di Rose, che aveva in mano i vari unguenti e le fasce per lui. La ragazza prese immediatamente colore ed Alex, imbarazzato tanto quanto lei, si riscosse e si tirò su i pantaloni, allacciandoseli alla bell'e meglio e poi grattandosi la testa. -Scusami, io non..- cominciò a biascicare la ragazzetta, poggiando tutte le cianfrusaglie che aveva con sé sul tavolinetto accanto a lei e poi fuggendo giù per le scale. Alex rimase a fissare il vuoto davanti a sé, con Hìlador che rideva come mai aveva fatto in vita sua, la sua rauca risata che rimbombava nella testa del giovane Cavaliere, preso completamente alla sprovvista. Alexander fece per uscire dalla stanza e cercare Rose -chissà per fare cosa poi visto che, in fondo, non aveva colpe di alcun genere- ma la madre della ragazza entrò con un sorrisone enorme sul volto. -Ti vedo decisamente più in forma, Kyle.- esordì Dayana, il cui occhio cadde poi sulle cose portate dalla figlia -Oh, vedo che Rose è già passata. Come mai non ti ha messo nulla? Forse vuole farlo Annael, eh?- la donna gli lanciò un'occhiata complice, cercando la rossa automaticamente. -Ehm.. no, no. Annael sta... ehm... finendo di farsi il bagno.- borbottò lui. La donna annuì, poi prese uno dei barattoletti e gli fece segno di girarsi. -Ci penso io allora.-
    In meno di cinque minuti, Alexander aveva di nuovo il corpo ricoperto da creme di ogni genere, colore e odore, e garze che ricoprivano le ferite. Aranel era ancora dentro il bagno, così il giovane si infilò una blusa pulita -gentilmente offerta da Dayana- e scese le scale, alla ricerca di Rose. Avrebbe potuto e dovuto chiedere di lei a Logan, ma visto lo scambio di battute che avevano avuto i due, Alex preferì non chiedergli nulla e fare da sé: si guardò intorno, ma nella locanda non c'era traccia della ragazza, perciò si fiondò fuori. La ragazza doveva esseri nascosta per bene, perché Alexander la cercò per tutto il cortile, senza trovarla. Poi sentì una voce familiare chiamarlo: Aranel era uscita ed era finalmente pronta ad andarsene. -Non urlare come un'isterica, Annael.- borbottò lui con ironia mentre tornava indietro e la raggiungeva davanti al portone -Stavo solo.. cercando Rose.- lo disse di getto, senza pensare che forse avrebbe dovuto aggiungere anche dell'altro per non lasciare che quella semplice frase suonasse troppo ambigua, nonostante Aranel non fosse una che facesse troppe domande. -Comunque non la trovo, quindi direi di non perdere altro tempo inutilmente. Salutiamo i padroni di casa e tagliamo la corda, prima che altro ci blocchi.- disse soltanto, riaprendo il portone e facendole segno di entrare.
    Alexander Saddler @
     
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    Dragonrider • Come to me, Ravenheart, messenger of evil
    Alexander comparve dal nulla intimandole di non urlare come un'isterica. Aranel inarcò un sopracciglio ma non fece a tempo a rispondere poiché il giovane, guardandosi intorno le disse prima di stare cercando Rose poi la invitò ad entrare nella locanda a salutare Dayana e Logan prima di andarsene, non specificando null'altro. Lei per tutta risposta scosse la testa, spegnendo la sigaretta sotto agli stivali ed entrando a sua volta nel portone. Dentro il brusio dei viandanti riempiva il salone, accompagnando le risate degli ubriaconi al bar e la voce di Dayana che con voce profonda intonava canti di viaggi e avventure oltre i mari. Aranel rimase un momento ad ascoltarla, osservando con attenzione le sue labbra socchiudersi appena ed il suo sguardo vagare chissà dove, lontano dal quel luogo affollato e vuoto al contempo. Si destò infine dal letargo in cui pareva scivolata e si avvicinò al bancone. Logan posò il boccale che stringeva tra le mani e sorrise. - Il vostro viaggio dunque riprende da qui...- Annuì con convinzione, allungando una mano verso l'uomo. Incurvò poi le labbra in un mite sorriso. - Non sapremo mai come ringraziarvi.- Disse appena, ritirando la mano. Dayana smise di cantare e li raggiunse davanti al bancone. Evidentemente più espansiva del marito abbracciò la giovane per alcuni istanti, prima di staccarsi e sorridere sorniona. - Rose non saprei dirvi dove sia...- Spostò velocemente lo sguardo su Alexander mentre parlava della figlia e Aranel si incuriosì a tal punto da voltarsi a sua volta verso il giovane come a chiedere una spiegazione, che non arrivò. Terminato il tempo dei saluti uscirono nuovamente dalla locanda e prima della partenza la giovane si accese un'altra sigaretta, inspirando a pieni polmoni il fumo. - Ah finalmente un po' d'aria pura...- Commentò tra sé e sé mentre il grugnito di Vidarr le riempiva la testa. - Stiamo arrivando. - Disse al suo compagno alato che ruggì con soddisfazione, sbuffando a sua volta nuvole dense di fumo. Aranel si voltò verso Alexander e lo osservò in silenzio, cercando di capire a cosa stesse pensando. Forse erano fatti suoi ma l'indole curiosa della giovane le impedì di restare muta a lungo. - Dimmi cosa mi nascondi Alexander? Ti vedo quasi triste ad abbandonare queste terre e... Questa locanda...- Sorrise maligna, mentre faceva un passo verso il sentiero che conduceva fuori dal villaggio, prima di voltarsi e rivolgersi nuovamente al giovane. - Hai per caso lasciato il tuo cuore in queste lande? - Chiese ridacchiando appena, senza troppo scherno ma alludendo chiaramente alla giovane figlia dei gestori.
    Aranel O'Malley @
     
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    Dragonrider • What are you gonna do when the world don't orbit around you?
    I saluti furono estremamente veloci: Logan fu molto sbrigativo, Dayana invece li abbracciò anche e si scusò per l'assenza si sua figlia. Sia lei che Aranel lanciarono un'occhiata ad Alexander, come a chiedergli se sapesse qualcosa della ragazzetta, ma il Cavaliere si limitò ad alzare le spalle ed aggiungere -Salutatela e ringraziatela da parte nostra, Dayana. E mi prego di scusare me per il disturbo che vi ho dato e.. i modi non troppo gentili che talvolta ho usato.- Alexander si era sempre definita una persona corretta, tranne con chi non lo era con lui, ovviamente; sembrava essersi sbagliato riguardo la famiglia che li aveva aiutati, perciò si sentì in dover di scusarsi per il suo comportamento non proprio impeccabile.
    Non appena uscirono dalla locanda, Aranel si accese una sigaretta e si rallegrò di respirare aria pura; Alexander le lanciò un'occhiata un po' perplessa, quindi scosse la testa. -Se quella è aria pura, allora l'alito di Hìlador profuma di rose.- commentò sarcastico, ridacchiando tra sé e sé per l'immediata reazione del suo drago, che sbruffò e ringhiò minaccioso, decisamente non proprio contento di quella battuta. Alex si divertiva a prendere in giro Hìlador, lo faceva spesso e la reazione della creatura era sempre la stessa, ma non mancava mai di divertirlo; quella battuta lì, però, più precisamente, era stata fatta per alleviare un po' di tensione: Alexander si sentiva ancora tremendamente imbarazzato e dispiaciuto per quello che era successo, nonostante non avesse colpe di alcun genere e non fosse successo nulla di grave. Doveva essere palese, comunque, che stesse pensando a qualcosa che lo turbasse, poiché Aranel gli chiese cosa c'era che non andava, se fosse triste di abbandonare quel luogo e se addirittura ci avesse lasciato il cuore. Alexander si voltò verso di lei con l'espressione stupita, chiedendosi come le fosse venuta in mente una cosa del genere. Scosse la testa con vigore, quindi sbuffò. -Ma che vai a pensare!- commentò, con il tono di voce che si sposava perfettamente con la sua espressione -Sono ben felice di andarmene da qui, è solo che mi dispiace per come ho fatto sentire Rose.- la frase gli uscì spontaneamente e si morse la lingua poiché ora si sentiva in dovere di dare spiegazioni. -É stato del tutto involontario, sia chiaro.- riprese a dire -Ma mentre mi vestivo, lei è entrata in stanza e... bé, nulla, mi ha visto nudo, si è vergognata ed è scappata. La cercavo per tranquillizzarla, ma non l'ho trovata.- Si guardò velocemente intorno per cercare di scorgere Rose, ma la ragazza sembrava essere scomparsa nel nulla e perciò, facendosene una ragione, Alexander smise di cercarla ed uscì dal villaggio con il cuore pesante, ma non eccessivamente.
    Raggiunsero la radura in cui si trovavano i draghi in pochi minuti, e non appena Hìlador vide il suo padrone in più o meno in forma, gli andò incontro e con estrema delicatezza -innaturale, se si pensa al genere di creatura, ma normalissima nel rapporto tra Cavaliere e drago- gli poggiò il grosso muso addosso ed Alex prese ad accarezzarglielo con dolcezza. Legò poi la borsa con i vari medicinali che Dayana gli aveva dato alla sella del drago ed aiutato dallo stesso, gli montò in groppa. -Bé, è arrivato il momento dei saluti. Non mi è mai piaciuto come momento, sai?- borbottò, quindi diede una pacca sul muscoloso collo di Hìlador che sbuffò sonoramente, pronto a prendere il volo. -É stato un piacere conoscerti e collaborare con te, Aranel.- le disse ancora -Penso ci rincontreremo, prima o poi, spero in condizioni più tranquille di queste.- Alexander le sorrise, poi si portò due dita all'altezza del sopracciglio e, con un movimento secco, le fece scattare nella sua direzione, in segno di saluto. Poi diede di nuovo altre due pacche ad Hìlador e questa volta il drago di alzò immediatamente in volo, lasciando finalmente la Fazione dell'Onore.
    Alexander Saddler @
     
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