Wait, the hound is coming.

2 Gennaio 102 PA - Entroterra della Fazione dell'Onore

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    THE UNEXPECTED VIRTUE OF IGNORANCE.
    ◆◆◆◆◆

    Group
    ghosts
    Posts
    3,924
    Location
    hell's kitchen.

    Status
    Anonymous
    danteeeeeeeee
    trainer • It's like in the great stories.
    Quando si va via di casa, quando si abbandonano i luoghi nei quali si cresce e si diventa, potenzialmente, adulti, non sempre si è solo nostalgici. Molte volte, potrebbe capitare di avvertire uno strano senso di eccitazione compulsiva, di furore e voglia di cambiamento. Dante avvertiva entrambi quegli stati contrastanti. Capitava che, quando si fermava per troppo tempo e, inevitabilmente, cominciava a pensare, si ritrovava a domandarsi i perchè della sua scelta di lasciare l'Isola Verde e tutto ciò che era stata per lui solo per un capriccio. Solitamente, dopo quel pensiero, si riscuoteva dicendosi che la sua era stata una scelta più che giusta e maturata, qualcosa da cui non poteva prescindere in nessun caso. Era un po' come se fosse il suo destino. Non poteva rimanere lì neanche se lo avesse voluto. Non era mai stato nella Fazione dell'Onore ma, del resto, non era mai stato in nessun altro luogo: tutta la sua realtà era circoscritta dal mare azzurro, proprio come lo era l'Isola Verde; da isolano quale era, non poteva essere altrimenti.
    Si alzò il bavero della casacca e si strinse la sciarpa attorno al collo guardandosi attorno. Aveva camminato per tutta la giornata, il forte vento che gli scompigliava i capelli e, ogni tanto, c'era stata persino la pioggia.Camminava rigido, le braccia incrociate strette attorno al corpo, le lunghe falcate calcolate per non scivolare sul terreno ghiacciato.Non esisteva nulla di peggio dei quelle terre nel periodo invernale. Il gelo era capace di penetrare nelle ossa come chiodi arruginiti, trapassarti la carne come una lama: era impossibile sfuggirgli. Adesso si apprestava ad arrampicarsi su un ripido dosso, dal quale avrebbe potuto avere sott 'occhio tutta la strada che ancora doveva fare. Il terreno era fangoso e la ghiaia scricchiolava sotto la sua dei suoi stivali. Qua e là vi erano delle pozzanghere colme di acqua lurida. Dante cercava di evitarle saltandovi oltre. Pochi alberi lo circondavano, alberi spogli, secchi, i lunghi rami scuri e putrescenti protesi verso il cielo grigio, la corteccia talmente rozza da sembrare scavata dalle fiamme. Dante sospirò e continuò a salire.
    Ad un certo punto, mise il piede in fallo. La suola dello stivale destro scivolò sul fango e Dante perse l'equilibrio, protese le braccia in avanti e cadde in ginocchio. Avvertiva la terreno umido tra le dita, poltiglia marrone che si insinuava nelle sue unghie, le ginocchia bagnate e il forte odore di acqua stagnante che gli penetrava nelle narici. Sospirò e si rialzò. Aveva i palmi delle mani luridi di terra, i pantaloni gocciolanti acqua e fango là dove era caduto. Si morse un labbro, contrariato: adesso sembrava proprio uno straccione. Decise di non pensarci e di continuare la sua salita. Quando raggiunse la cima, respirò l'aria a pieni polmoni. Sotto di lui, un'immensa distesa di alberi si espandeva per intere miglia interrotti solo, di rado, da piccole radure o da agglomerati di casette dai tetti spioventi. Il cielo sopra di lui si apriva come un enorme lenzuolo di fumo che, in lontanaza, sembrava rischiararsi. Un paio di gocce gli caddero sul viso. Il vento soffiava verace, spingendolo quasi oltre quell'altura, a rotolare giù per quella ripida discesa. Si sistemò la sacca mettendosela a tracolla e tornò a fissare l'immenso panorama davanti a sè.
    Dante Marcel Tomahawk @
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar



    ◆◆◆◆◆

    Group
    ghosts
    Posts
    2,291
    Location
    Skaro

    Status
    Anonymous
    Jade
    Sorceress • 78 A.P. • Can you feel the new day rising?
    Agio e benessere da quando Jade era divenuta figlia di Berthand, non le erano mai mancati. La magia inoltre, aiutava indubbiamente. Eppure non ostentava mai la sua ricchezza. Chi la vedeva, la vedeva sempre indosso con abiti umili non contadini, ma niente stoffe pregiate, niente che potesse sembrare sontuoso. Era anche una precauzione in verità visto che viaggiare da sola significava rischiare molto spesso di incappare in vandali e briganti, anche nella fazione dell'Onore, seppur la cosa fosse molto molto rada. In quel momento, indossava un pesante cappotto col cappuccio tirato sulla testa e procedeva al trotto sul dorso dell'arabo nero che suo padre le aveva regalato: l'animale sanguinava da una coscia e lei discendeva il largo crinale di quell'altura che si levava alla sinistra, rispetto alla posizione di Dante schermando la valle e la foresta che si trovava sotto, dai venti freddi e ispidi della brughiera. Con la fortuna che si era ritrovata, aveva incrociato un piccolo drappello di uomini sul suo cammino, che le avevano teso un'imboscata, più a monte. Non metteva in dubbio che potessero averla seguita dall'ultimo villaggio in cui aveva soggiornato. Non aveva realmente fatto caso se fossero visi noti, della sera prima. Un quadrello aveva squarciato mezza sacca dove si trovavano quelle particolari erbe medicamentose essiccate, che avrebbe dovuto portare ai conoscenti di Berthrand, per curare la broncopolmonite della loro bambina. In realtà, l'intento di Jade era quello di usare la magia, non capacitandosi del fatto che Alfie e sua moglie, si rifiutassero di farlo sulla base di qualche sciocca credenza inculcatagli nella fazione della Giustizia, dalla quale entrambi provenivano. Era decisamente stizzita da quella perdita perchè le era costata della fatica, arrampicarsi fino a quelle irte pendici dove cresceva quella pianta. E ancora, non sapeva bene se il pericolo fosse passato.
    Era una figura visibile, dalla posizione sottostante dove si trovava l'addestratore. Discesce velocemente il crinale, prossima a raggiungere il pendio più dolce quello che l'avrebbe portata fino al sentiero per discendere nel bosco. Il cavallo nitrì lucido di sudore nonostante la fatica « Buono Ogma, siamo quasi arrivati » sussurrò lei all'animale, lanciando sguardi continui dietro di sè. Temeva che i suoi incantesimi non avrebbero retto a lungo, la nebbia poteva essere.. aggirata alla fine, con un po' di buona volontà.
    E quando drizzò la testa, si rese conto della figura di Dante. Tirò le rendini, facendo rallentare bruscamente il cavallo arabo, fissando dalla sommità della cavalcata, la figura dell'addestratore. Sporco, scarmigliato e decisamente inusuale. Era fuori dalle rotte commerciali. La brughiera era al più battuta dai cacciatori e sovente erano i cacciatori a inerpicarsi per il crinale. Non certo gente a piedi. Dubitò. E rimase ferma, fissandolo « Strano tempo e strano posto per una passeggiata, straniero » non poteva sapere se fosse di quelle parti. Ma a giudicare dal grado di lerciume, non doveva passarsela proprio bene. Il tono era cordiale, ma distaccato. Non aveva ancora valutato bene come comportarsi con lui.
    Jade Aineas Lochlainn @
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    THE UNEXPECTED VIRTUE OF IGNORANCE.
    ◆◆◆◆◆

    Group
    ghosts
    Posts
    3,924
    Location
    hell's kitchen.

    Status
    Anonymous
    danteeeeeeeee
    trainer • It's like in the great stories.
    Aveva avvertito il rumore degli zoccoli in lontananza nonostante, a causa della nebbia e della leggera pioggia che gli offoscavano la visuale, non era riuscito a scorgere l'animale che produceva quel suono. Gli zoccoli battevano rapidi sul terreno, con passo fermo e deciso, regolare. Per Dante quel suono significava unicamente una cosa: un cavallo, probabilmente di grosse dimensioni o i suoi passi sarebbero stati più lievi, era in avvicinamento. Ora, poteva trattarsi di un possente cavallo da tiro e quindi con lui Dante avrebbe scorto un contadino. Si chiese cosa potesse farci un contadino in una così desolata brughiera. Il terreno era troppo pietroso per essere arato e troppo soggetto a piogge perchè gli ortaggi potessero crescere incolumi. Poteva anche trattarsi di un cavallo da guerra. Ma era del tutto impensabile che un soldato si aggirasse così lontano dalle terre dell'est, per giunta da solo. Ancora, poteva trattarsi di un cavallo da caccia e questa era l'ipotesi che Dante riteneva più probabile. Certo, una landa così desolata e povera di cibo non era propriamente un luogo adatto in cui trovare selvaggina, ma forse si trattava di un cacciatore in viaggio proveniente dalla foresta attorno a sè. Dante alzò ancor più il colletto della giacca e strinse forte la sciarpa attorno al collo. Il vento freddo gli scompigliava i capelli e gli faceva lacrimare gli occhi mentre l'umido della nebbia gli entrava nelle ossa come l'acqua assorbita da un panno. Aspettava di scorgere colui che presto, sulla groppa di un cavallo, gli si sarebbe palesato sul fianco sinistro del crinale, oltre la cortina pallida.
    Dopo un po', finalmente apparve un figura. Inizialmente Dante poteva scorgere solo l'ombra scura dietro la nebbia, ma piano piano sembrava farsi sempre più netta. Lo scuro capo di un cavallo nero come il carbone bucò la nebbia, le orecchie appuntite ritte sul capo, la criniera lucente ondeggiava dolce al vento. Più si avvicinava trottando, più a Dante sembrava bello. Quasi, si dimenticò di constatare chi ne fosse il padrone. L'animale, tuttavia, era davvero stupendo. Manto raso e lucido, zampe forti, muscolose, petto largo e torace possente. Nell'ammirarlo, si concesse un sorriso a fior di labbra. Ne aveva viste di bestie del genere, eppure quell'animale l'aveva senza alcun dubbio stupito. All'improvviso però, si ricordò del cavaliere di cui ancora non aveva visto il volto. Sollevò lo sguardo oltre il capo dell'animale. Nonostante il volto oscurato dall'ombra di un cappuccio tirato sulla testa, Dante poteva scorgere fattezze femminili. Quando poi scorse ciocche di lunghi capelli scendere sul petto, non ebbe più dubbi. Strizzò gli occhi e tossì appena per schiarirsi la voce. Non sapeva ancora come rivolgersi alla sconosciuta: doveva salutarla gentilmente, come se si trovassero entrambi ad una fiera di paese o doveva ignorarla? Levandogli ogni cruccio, fu lei la prima a parlare. Disse che trovava strano fare una passeggiata in quel luogo con quel tempaccio. Dante si lasciò sfuggire un sorriso e annuì suo malgrado. « Ebbene sì, avete ragione. Imparerò la prossima volta ad osservare il cielo prima di uscire di casa » disse, mantenendosi vago. « Tuttavia, è inusuale anche che una fanciulla come voi decida di cavalcare per un crinale nonostante la nebbia. » Lo meravigliava che una fanciulla così giovane, cosa che poteva dedurre dal suono della sua voce, cavalcasse uno stallone così poderoso.
    Dante Marcel Tomahawk @
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar



    ◆◆◆◆◆

    Group
    ghosts
    Posts
    2,291
    Location
    Skaro

    Status
    Anonymous
    Jade
    Sorceress • 78 A.P. • Can you feel the new day rising?

    Tirò le redini di Ogma, che rimase fermo sbuffante, coperto di un velo di sudore. Era chiaro che l'animale, quanto lei, fossero leggermente trafelati. Eppure, non era scomposta lei. Tirò giù il cappuccio, rivelando il viso giovane e la treccia di capelli che cadeva sulla spalla destra. Sotto la stoffa, era appena intravedibile una casacca nera con alcuni ormamenti che richiamavano l'edera, in color verde smeraldo. Lei si guardò attorno come se volesse sondare il circondario, dopo le sue parole: che sì avrebbe fatto meglio ad osservare il cielo con più attenzione, prima di uscire di casa « Sopraggiungete dalla brughiera. Non v'è insediamento a est, per diverse ore di cammino.. » lasciò cadere la frase. Sembrava pensierosa. Era chiaro che lo stesse valutando e soppesando.
    Alle successive parole, sorrise leggermente. Carezzo il dorso del collo del cavallo che sbuffò e mosse le zampe sollevando piccole zolle di terra. « Preferireste vedere quel che la nebbia ciela? » chiese lei sollevando le sopracciglia. Alle sue spalle, si udì il suono prolungato di un corno, di quelli da guerra, che le fece provare un brivido freddo lungo la schiena. Si girò parzialmente col busto, dando quasi le spalle a Dante e pronunciò qualcosa a fior di labbra. L'incantesimo le consentì di penetrare visivamente la nebbia e spingere la mente in avanti, lungo il crinale per scorgere fin dove i malvimenti erano arrivati. Rimase per qualche istante immobile e protesa come se l'anima fosse scissa dal corpo. Poi ebbe un lievissimo respiro profondo come se uscisse dall'apnea con un « Dannazione » e si voltò verso Dante.
    Prese un profondo respiro, l'ennesimo « Io non mi fido di voi, come voi probabilmente non vi fidate a ragione di me » non era un gran incipit - barra - preambolo con il quale iniziare il discorso, ma Jade era sempre schietta, sincera e fin troppo diretta in quello che diceva « Ma non sono solita lasciare alle mie spalle una scia di morte, se posso evitarlo a differenza dei banditi che mi stanno cacciando » insomma, era portatrice di guai. Era questo, quello che stava dicendo sostanzialmente all'ex addestratore. E una cosa era certa: i banditi da che mondo era mondo, cacciavano, depredavano, stupravano e poi uccidevano. Chiunque fosse e per nessun motivo.
    Sospirò appena prima di muovere Ogma e tendere una mano verso l'uomo « L'opzione che vi resta è decidere se accettare la mia cavalcata o scappare a piedi.. » e guardò il pendio scosceso e ripido che portava verso la foresta che era fatto di ciottoli ed erba brulla, arbusti bassi e speroni di roccia. Deglutì appena mentre un secondo suono di corno si spandeva nell'aria, più vicino. Non c'era decisamente da perdere tempo, in indugi di sorta. L'animale poi, pareva trasudare più nervosismo della ragazza.
    Jade Aineas Lochlainn @
     
    Top
    .
3 replies since 2/1/2013, 15:25   84 views
  Share  
.