gold hair, gold feelings?

casa di Ebony, 3.03.102 PA, mattina

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    dragon rider • born 19.01.79 • Don't forget me, I beg
    Stoirme volava ad una velocità impressionante. Non l'aveva mai visto così scattante e contento. Forse perché l'aveva convinto a presentarsi da Ebony. Avrebbe dovuto bussare ed affrontare suo fratello faccia a faccia. Lo avrebbe trovato cambiato? Ci sarebbe stata una donna? Lo avrebbe ammazzato o lo avrebbe abbracciato? Migliaia di pensieri vorticavano nella sua mente, mentre stringeva le gambe ricoperte dalle cinghie attorno al tornace del suo drago grigio. Quest'ultimo sbuffò, virando un po' verso destra, come per rallentare.
    Smettila di arrovellarti il cervello. lo rimproverò. Anche Stoirme poteva sentire i suoi pensieri, visto che Steven non aveva schermato la mente. Il suo vocione roco lo fece sussultare, preso com'era dalle sue macchinazioni. Si stava già preparando il discorso. "Daniel. Ma guardati: sei uguale alla mamma!". No, non sarebbe andato affatto bene. Sospirò e si piegò in avanti, appoggiandosi addosso al drago e chiudendo gli occhi. Non sapeva neanche lui perché diavolo avesse accettato di andare a trovare Daniel al boschetto.
    « Stoirme, torniamo indietro. » glielo disse col pensiero, sì, ma così mestamente che avrebbe anche potuto fraintendere. E invece, come sempre, il drago aveva capito proprio bene.
    Steven, non fare il piagnucolone. gli disse ancora, voltandosi sottosopra all'improvviso. Al ragazzo si gelò il sangue, mentre lasciava le braccia ciondolanti nel vuoto e la testa libera dai pensieri. Hey, sottosopra riusciva a non assillarsi da solo con i suoi pensieri terribili. Anche se sapeva che Daniel non lo avrebbe mai accettato. Spalancò gli occhi quando Storime tornò dritto: si stavano avvicinando al Boschetto. Diminuì la velocità e si addentrò fra gli alberi, schivandoli uno ad uno con un'agilità ammirevole. Il suo Stoirme era proprio un bell'esemplare. Aprì un'ala e tranciò in due un ramo che altrimenti avrebbe colpito Steven, sogghignando. Stoirme usava anche troppo le sue lame taglienti: in qualsiasi situazione, lui era lì a sminuzzare o tranciare di netto. Il drago decelerò ed atterrò proprio davanti ad una piccola casetta modesta. Era probabilmente costruita con il legno, a quanto vedeva, ma sapeva che Ebony l'aveva incantata in qualche modo. Altrimenti come si sarebbe riscaldato? O meglio, come si sarebbe protetto dalle intemperie e dai briganti? Steven rimase in groppa a Stoirme, lasciando che i suoi occhi azzurri viaggiassero per tutta la zolla di terreno. Non sembrava esserci molto, a parte un piccolo orticello vicino alla casa. Gli venne subito il familiarissimo nodo in gola. Il drago si mosse, scrollandolo appena e costringendolo a scendere. Steven balzò agilmente e poggiò entrambi i piedi a terra, cominciando a camminare. Timoroso, si guardò attorno: nulla. Forse stava riposando. Il muso di Stoirme lo spinse in avanti, facendogli fare qualche passo a forza. Il ragazzo prese un bel respiro, cercando di dirsi che sarebbe andato tutto bene.
    Forza! Al massimo ti chiude la porta in faccia. gli disse il drago. Steven si voltò verso di lui e lo guardò in malo modo, mentre quello sogghignava. Tornò a fissare la casetta -o, per meglio dire, la catapecchia- cominciando ad avanzare. Si morse il labbro inferiore e cercò qualsiasi indizio che gli dicesse che Ebony non c'era. Era tutto chiuso, era impossibile dedurlo. Alzò la mano per bussare alla porta di legno, ma Stoirme lo bloccò con un pensiero eccitato.
    Sta arrivando uno Stregone, lo sento! gli disse. Steven si voltò, tornando indietro ed affacciandosi dietro il drago per scorgere una qualche persona.
    Sì, qualcuno stava arrivando. Ma aveva i capelli lunghi ed il seno.
    Steven Anthony Hall @


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    strega • born 20.06.84 • blond hair, grey eyes
    Giuro che questa volta ti uccido, Ebony! pensò per l'ennesima volta Elsie, marcando chiaramente il nome che l'amico tanto detestava. Erano ore che cercava di mettersi in contatto con lui, ma quell'idiota doveva aver schermato la mente, o comunque non si era ancora degnato di rispondere ad alcuno dei messaggi che lei gli aveva inviato telepaticamente. Per questo aveva pensato di usare "Ebony" per chiamarlo, anziché il solito Daniel, sperava che potesse servire ad attirare la sua attenzione. Invece niente, nessuna risposta neanche questa volta. Perché doveva farla preoccupare così? Sapeva benissimo che non le piaceva non avere idea di dove fossero le persone a cui teneva, e sapeva di essere una di queste, anche se lei lo dimostrava in modi tutt'altro che normali. Lo sapeva, no? Certo che lo sa, è solo che è uno stronzo e mi ignora! E se invece gli fosse davvero successo qualcosa? Io sono qua a insultarlo e lui magari è agonizzante da qualche parte... no, non pensarci neanche Elsie! Sicuramente sta bene. In fondo è Daniel, non è Jace! Ma se erano assieme? In un istante la mente di Elsie si era riempita delle peggiori situazioni possibili, con immagini di Jace riverso su un tavolo e Ebony agonizzante sul pavimento, o con lo stregone schiacciato dalle zampe di Daemes, il drago di suo fratello. Oh, andiamo! Perché mai Daemes dovrebbe calpestarlo?
    Mentre pensieri sempre più contrastanti si susseguivano senza sosta nella sua mente, Elsie continuava imperterrita ad avanzare in direzione della casa dell'amico, sperando di trovarlo lì, sano e salvo. O perlomeno di trovare indizi su dove potesse essere in quel momento, perché lei aveva davvero bisogno di trovarlo. Era talmente concentrata sui suoi pensieri che non si rese conto della presenza di un drago nei pressi dell'abitazione di Ebony finché non se lo trovò davanti, a qualche decina di metri di distanza. Era Daemes? No, quello non era il drago di Jace. Le dimensioni erano simili, ma Daemes aveva spine appuntite lungo tutta la spina dorsale ed era nero, come Shedaya. C'era un Cavaliere a casa di Ebony? Che voleva? Era forse successo qualcosa a Jace e un altro Cavaliere lo aveva accompagnato dal suo stregone? O era successo qualcosa a Ebony e questo Cavaliere misterioso l'aveva portato a casa? Senza pensarci Elsie accelerò il passo, ben lieta di aver indossato i pantaloni smessi di Kian anziché una di quelle stupide gonne che le aveva regalato la zia.
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    Ok, lo ammetto .____. non sapevo che far fare a Elsie XD
     
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    dragon rider • born 19.01.79 • Don't forget me, I beg
    Stoirme gli riversò un'ondata di agitazione: forse temeva che fosse la ragazza di Ebony e che l'avrebbe cacciato via con uno schiocco delle dita. Eppure non gli disse nulla. Il drago si limitò a voltarsi all'indietro, guardando la Strega avanzare. Steven era sbucato da dietro il suo drago, osservando curioso la ragazza. Forse l'aveva già vista da qualche parte: man mano che si avvicinava, la sua fisicità gli tornava familiare. Ma non riusciva a collegarla a nient'altro che ad Ebony. Si portò una mano tra i capelli e se li tirò all'indietro, sospirando. Magari lei sapeva dove poteva trovarlo. La guardò dall'alto in basso, con il suo solito sguardo apatico e privo di qualsiasi emozione umana. Al drago, invece, brillavano gli occhi.
    È molto carina gli disse infatti, come se volesse convincerlo a provarci.
    « È piccola. » gli rispose Steven, notando come, man mano che si avvicinava, i suoi tratti si addolcissero. Non era molto sicuro di questa sua affermazione, ma tentò di non far percepire la sua indecisione a Storime. Che era una Strega era sicuro: il suo drago l'aveva percepita a distanza. Gli umani, solitamente, avevano un impatto molto diverso, quasi sicuramente meno potente. Si voltò completamente verso di lei e la guardò negli occhi non appena gli fu abbastanza vicina: sembrava conoscere la zona, visto come aveva accelerato il passo quando aveva visto Storime. Steven inarcò appena un sopracciglio ed osservò il suo abbigliamento prettamente maschile, ritrovandosi a guardarla con aria di superiorità. Daniel se le cerca con il lanternino pensò, inviandolo anche a Stoirme.
    « Strega » cominciò, col suo solito tono di voce tonante « conosci l'uomo che abita in questo capanno? » le chiese. Si era rivolto a lei in quel modo in quanto facente parte dell'Aeronautica Militare. Aveva tutto il diritto di farsi vedere autoritario: la sua posizione glielo permetteva. Non aveva giustamente calcolato che la tipa che aveva davanti potesse essere peggio di lui e che gli avrebbe risposto a tono. Non sapeva di avere davanti Elsie, insomma. Stoirme, alle sue spalle, chinò il capo, facendo una sorta de riverenza. Quasi tutti i draghi si inchinavano davanti agli Stregoni: era un segno di rispetto tra due razze molto simili. Steven, intanto, aveva gonfiato appena il petto, mostrando la spilla lucente sul cuore: ritraeva un piccolo drago che volava a tutta velocità ed era fatta d'oro. La spilla dell'Aeronautica.
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    strega • born 20.06.84 • blond hair, grey eyes
    Elsie era sempre stata una ragazza impulsiva, incapace di ragionare prima di agire in qualsiasi situazione. E allo stesso modo cedeva facilmente al panico più puro senza fermarsi a pensare a possibili alternative. Bastava un insignificante dettaglio per farle pensare subito il peggio, anche se ovviamente si guardava bene dal dirlo a chi la circondava, o anche solo dal lasciarlo vedere. Quel giorno però era da sola, di conseguenza non si fece problemi a correre disperata verso quello che era sicura essere un Cavaliere venuto a portare pessime notizie. La sua mente non riusciva a partorire altre spiegazioni possibili per la presenza di un drago sconosciuto sul terreno di fronte alla casa di Ebony. Insomma, era Ebony! Mica un qualche Anziano... Quando poi riuscì finalmente a vedere il Cavaliere - alto, spalle larghe, capelli biondicci, decisamente carino - il suo cuore rischiò di fermarsi. C'era qualcosa di lucente appuntato sul suo petto, un piccolo drago d'oro che rendeva chiara a chiunque la sua appartenenza all'Aeronautica. E se un militare era giunto fino alla casetta di un mago inutile e sconosciuto - sì, Elsie aveva un'altissima considerazione di Ebony... - sicuramente non era un buon segno. Doveva essere successo qualcosa. Ma cosa? Daniel stava bene? Stava quasi per raggiungere di corsa il Cavaliere, pronta a buttarglisi contro e costringerlo a forza a dirle cosa ci facesse lì, dato che chiedere educatamente era una cosa inammissibile, quando la voce dell'uomo riuscì a fare breccia nel suo cervello. Strega? Strega? L'aveva davvero chiamata strega?! D'accordo, lei era una strega, ma da lì a farsi chiamare così e con quel tono tonante, poi... oh, no. Si fermò di colpo a poco più di due metri dal Cavaliere, restando perfettamente immobile, le braccia tese lungo i fianchi e lo sguardo minaccioso, gli occhi ridotti a due fessure. Ma come osava?
    « Strega? Davvero? » chiese, quasi sottovoce. Fu sufficiente un istante per trasformare tutta la sua preoccupazione per Ebony in desiderio omicida nei confronti di quel tizio, che l'aveva riconosciuta come Strega ma che al contrario del suo drago non sembrava mostrare il minimo rispetto per il suo status. E fu così che Elsie esplose, dimenticandosi completamente del perché era andata a cercare l'amico. « Tu a me 'strega' non lo dici, chiaro? Al massimo sono una Signora Strega, per te! E poi chi cavolo sei? Come ti permetti di piombare qui e iniziare a fare domande senza nemmeno avere la decenza di mostrare un minimo di rispetto o di presentarti? » sbraitò, questa volta con voce forte e chiara e aria risoluta. Quel poverino non sapeva con chi aveva a che fare.
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    dragon rider • born 19.01.79 • Don't forget me, I beg
    La ragazza cominciò a correre disperatamente, come se temesse il peggio. Effettivamente, trovarsi davanti un Cavaliere dell'Aeronautica non era sempre di buon auspicio, doveva ammetterlo. Steven la guardò, aggrottando le sopracciglia, come se fosse sorpreso dal suo comportamento. La Strega, infatti, era cambiata in un nanosecondo: era passata da ragazzina in preda al panico a donnetta acida. Le sue sopracciglia si erano inarcate e conferivano agli occhi uno sguardo ancora più fiammeggiante. Stava guardando lui, con quella faccia? Sì, era l'unico. Si chiese che cosa avesse fatto di male, poi lei parlò. Sbottò in un discorso intricato sul suo essere una Signora Strega e mise in discussione la sua educazione. A quel punto, Steven avvertì Storime irrigidirsi ed avvicinarglisi con cautela. Probabilmente temeva che quella scoppiasse in un impeto d'ira e che lo mettesse al tappeto. Un ringhio basso si levò dalla gola del drago, che però si fermò non appena il Cavaliere alzò una mano verso di lui. Steven si aggiustò il cappotto a doppiopetto nero tipico dell'Aeronautica, poi si sfilò i guanti e li tenne stretti in una mano sola, avvicinandosi lentamente alla ragazza. La guardò negli occhi, serio, inclinando appena la testa di lato.
    « Signora Strega, vi prego di moderare il vostro linguaggio. State parlando con un Cavaliere dell'Aeronautica. » le disse, con un tono completamente neutro. Le aveva dato del 'voi', visto che la biondina sembrava sentirsi a disagio se chiamata semplicemente Strega. Dopotutto l'aveva semplicemente chiamata, non l'aveva mica insultata. Decise, però, di darle ascolto: a causa della sua professione si era ritrovato in svariate situazioni, quindi non gli mancava la pazienza. Non si contavano sulle dita le signore che aveva dovuto affrontare dopo la morte dei mariti o, peggio, dei figli. Tornò dritto, quindi, lasciando che le braccia gli scendessero lungo i fianchi. Fissò la ragazza con uno sguardo neutro, apatico: il solito.
    « Volete che mi presenti, lo farò. Mi chiamo Steven Anthony Hall e sono un Cavaliere dell'Aeronautica. Sono venuto qui per fare visita a mio fratello, lo Stregone Daniel, ma sembra non essere in casa. » rivelò quindi. Poco gli importava se suo padre l'aveva ripudiato: Steven non aveva mai smesso di nominarlo. Non appena terminò di presentarsi, inarcò un sopracciglio e rivolse uno sguardo un po' meno freddo alla ragazza, abbozzando appena un sorriso. Storime si sedette vicino a lui, ora tranquillo, facendo tremare un po' la terra sotto di loro. Sbuffò del fumo dal naso, poi appoggiò la testa sulle zampe accavallate.
    « Sapete forse dov'è? Non lo vedo da molti anni. » le chiese infine.
    Per me questa ti salta addosso intervenne Stoirme, sogghignando. In effetti, aveva notato qualcosa di strano nel suo sguardo, ma non ci aveva fatto caso. Non era la prima volta che gli succedeva, no. Steven sapeva farci con le ragazze, eppure non sopportava di stare assieme alla gente. Insomma, soddisfava i suoi bisogni biologici e basta. Al resto ci pensavano i libri -all'amore e tutto quanto.
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    strega • born 20.06.84 • blond hair, grey eyes
    Mentre Elsie sbraitava come una donna acida in piena crisi ormonale, il drago aveva iniziato a ringhiare sommessamente, subito zittito da un gesto del suo Cavaliere. Poi l'uomo si era aggiustato il cappotto, sfilato i guanti e aveva mosso qualche passo nella sua direzione, lasciando Elsie ancora più incredula: ma come osava avvicinarsi? Avvertiva la tensione nell'aria attorno a sé, ma non reagì, rimase ferma a fissare con sguardo sospettoso il Cavaliere, in attesa di una sua mossa. Mossa che si rivelò essere un semplice discorso in cui prima le chiedeva di moderare il linguaggio - da che pulpito! - e poi si presentava. Ah, e così era il fratello di Ebony? E perché diavolo non lo aveva detto prima? Non che la cosa facesse molta differenza: si meritava comunque una strigliata - per non essersi mai fatto vivo prima di allora, per essere comparso davanti a casa di Ebony senza avere la decenza di avvisare lei e quindi per averla spaventata - e lei era perfettamente pronta a dargliela, quando il resto del discorso del Cavaliere fece breccia nel suo cervello. Ebony non sembrava essere in casa. Come non sembrava essere in casa? E dov'era?
    La mente di Elsie a volte sembrava funzionare in un modo tutto suo, difficilmente comprensibile da chi la circondava, soprattutto se non la conosceva a fondo; mentre Steven continuava a parlare, abbozzando persino un sorriso, e il drago si sedeva a terra provocando un mezzo terremoto, lo sguardo di Elsie era perso oltre le spalle del Cavaliere, la sua mente espansa nell'ennesimo tentativo di raggiungere Ebony, le labbra appena dischiuse in un'espressione assente. Niente, di Daniel nessuna traccia. Doveva aver davvero schermato la mente. Questo però non significava per forza che non fosse in casa, magari stava solo dormendo o studiando qualche complicato incantesimo. Senza dire una parola - e quindi dimostrando apertamente che la maleducata era lei e non il Cavaliere - Elsie oltrepassò Steven e raggiunse di corsa la casa dell'amico. Spalancò la porta, si fiondò all'interno e si mise a cercare Ebony in ogni angolo, anche sotto al letto. Niente, non c'era proprio!
    Mentre con lo sguardo controllava nuovamente ogni parte della casa, sollevò distrattamente le mani per legare i capelli, gesto che in qualche modo di solito riusciva a calmarla. Non questa volta. Uscì nuovamente dalla casa muovendosi con passi lunghi e decisi, fermandosi appena fuori e chiedendo a gran voce:
    « Dov'è andato? », come se il Cavaliere potesse saperlo. Come se, anzi, quella non fosse stata la stessa domanda che Steven le aveva appena posto. Dovevano trovarlo. Dovevano, perché era di Ebony che stavano parlando. E Elsie non riponeva troppa fiducia nelle capacità del Mago, anche se questo aveva dimostrato più di una volta di essere migliore di lei su tutti i fronti.
    « Potrebbe essere con Jace? » si chiese, senza rendersi conto di star parlando ad alta voce e per di più di gente che sicuramente Steven non aveva mai sentito nominare prima di allora. « Oh, no, speriamo di no! Se è con Jace sicuramente è nei guai... potrebbe essere da Kian, magari! Ma che cosa ci farebbe da Kian? » continuò senza sosta.
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    dragon rider • born 19.01.79 • Don't forget me, I beg
    Aspettava una risposta dalla ragazza, mentre la fissava. Stoirme aveva già provveduto a chiudere gli occhi e calmarsi totalmente, come se prima qualcuno gli avesse dato un pizzicotto e si fosse quindi agitato. Delle volte quella creatura lo spaventava: era terribilmente lunatico. A propositò di cambiamenti repentini d'umore, la Strega davanti a lui si mosse e lo superò, procedendo a grandi passi verso la casa dello Stregone. Steven si voltò a guardarla, spalancando la bocca dalla sorpresa. Bene, di sicuro quella tipa sarebbe andata d'accordo con Stoirme. La ragazza sparì dietro alla porta -che Steven scoprì essere aperta- lasciandolo solo in mezzo al bosco. Per suo fratello era normale, quindi, che la gente entrasse nella sua dimora. Non aveva chiuso la porta, non aveva fatto neanche qualche incantesimo di protezione, nulla. O la Strega l'aveva aperta con la magia, o suo fratello era un completo idiota. Si avvicinò lentamente alla soglia dell'entrata, procedendo con un passo così lento che Storime sbuffò. Si affacciò, guardando dentro: la stanza era piena di erbe essiccate appese al soffitto, bottiglie, bottigliette e una teiera sul divanetto. Sapeva che l'ordine non era mai stato un pregio di Ebony, ma lì dentro tutto era messo davvero alla rinfusa. C'era anche un'enorme mobile con circa otto o nove mensole, tutte piene di libri, libriccini ed enciclopedie. Sul tavolo di legno grezzo e scuro c'era un piatto, un bicchiere e svariate posate. Evidentemente gli erano cresciute delle mani aggiuntive... che diavolo ci faceva con dodici forchette ed otto coltelli? Suo fratello era un mistero, per lui, eppure entrare in quella casa gli provocò una fitta di malinconia al cuore. Lì lui ci viveva, si poteva percepire dall'aria. Quella era una casa vissuta, non quella che Steven condivideva con suo padre. Lentamente, come un serpente che striscia in mezzo alla boscaglia, il senso di colpa prese ad attanagliargli il cuore. Era anche colpa sua se suo fratello viveva in quella catapecchia da solo. Si allontanò dalla casa con passo svelto, mentre il tessuto della giacca frusciava contro le sue gambe. Storime lo guardò con un'espressione incuriosita, ma Steven non gli disse nulla. Fece assolutamente finta di niente, dando le spalle alla casa dello Stregone. All'improvviso, la ragazza sbucò dalla porta e gli chiese dove fosse. Steven la guardò in faccia, inarcando un sopracciglio: come poteva saperlo, lui? La Strega cominciò a misurare il terreno a grandi passi, farneticando. Il ragazzo non conosceva nessuno di quei nomi. Aveva sentito parlare di Jace e Kian, ma non se li ricordava. L'unico dettaglio impossibile da dimenticare era che erano fratelli gemelli. Portò entrambe le mani dietro alla schiena e le unì, guardando la tipa che si agitava.
    « Il mio drago può raggiungere qualsiasi destinazione. Se volete sentirvi più sicura, potete venire con noi. » le disse. Immaginava fosse un'amica molto stretta di Ebony, quindi era chiaramente in pena per lui. Portarla dallo Stregone l'avrebbe tranquillizzata una volta per tutte.
    Steven Anthony Hall @
     
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    strega • born 20.06.84 • blond hair, grey eyes
    Elsie era talmente concentrata sui propri pensieri da essersi dimenticata, seppur solo per qualche istante, della presenza del Cavaliere. Stava immaginando scene tutt'altro che felici quando lui parlò nuovamente, di conseguenza quello che gli rivolse era uno sguardo a dir poco spaventato. Durò solo un momento, dato che le parole dell'uomo riuscirono a fare breccia nella sua mente annebbiata, ancora una volta a scoppio ritardato. Le stava proponendo di andare con lui a cercare Ebony. Sul drago! Nemmeno Jace e Kian le permettevano di cavalcare i loro draghi! In un attimo la sua espressione cambiò nuovamente, passando dallo spaventato all'euforico.
    « Certo che vengo con voi! » esclamò subito, senza pensarci a dovere. Portò di nuovo le mani alla coda approssimativa che aveva legato prima, aggiustandosela rapidamente, per poi far scorrere le dita tra i capelli, per sciogliere qualche nodo - come se potesse servire a qualcosa: la sua chioma era sempre un vero disastro. E poi, che cosa si preoccupava a fare dei capelli, visto che stava per volare? Di certo si sarebbero annodati ancora di più con l'aria che li colpiva e spingeva in ogni direzione.
    « Devo fare qualcosa di specifico prima di montare? Ho sentito che certi draghi esigono un inchino... » continuò, sfregandosi le mani sui pantaloni. Difficilmente Elsie riusciva a starsene buona e ferma, sentiva sempre il bisogno impellente di muovere le mani o i piedi, o di sistemarsi i capelli, o di saltellare sul posto, o comunque di fare qualcosa. Ebony diceva sempre che sembrava una bambina che aveva mangiato troppi dolci, visto che non stava mai ferma... e ora Ebony non si trovava da nessuna parte.
    « Hai idea di dove possa essere andato? » chiese ancora una volta, con tono molto più dolce ed educato della precedente, l'espressione rabbuiata da una nuova ondata di preoccupazione, lo sguardo basso e una mano sollevata a massaggiarsi la nuca. Lanciò appena un'occhiata al Cavaliere, prima di riportare lo sguardo sui suoi stivali logori, sui vecchi pantaloni di Kian, sentendosi improvvisamente inadeguata, senza alcun apparente motivo.
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    La ragazza passò dall'essere completamente terrorizzata all'euforia più totale. Evidentemente non le sembrava vero di poter fare un giro su un drago. Questo gli faceva capire che, probabilmente, la signorina non serviva ancora nessun Cavaliere. Non appena Stoirme avvertì tutta quell'eccitazione nell'aria si alzò, stiracchiandosi per bene e scuotendo la grossa coda, come per sgranchire anche quella. Mosse il testone prima a sinistra e poi a destra, avvicinandosi a Steven -che stava ancora ascoltando la ragazza- e producendo un ringhio basso, quasi per far sbrigare i due. Il Cavaliere sorrise alla tipa, quando gli chiese se avesse dovuto fare un inchino o qualche altro tipo di riverenza. Steven scosse la testa, avvicinandosi alla Strega. Proprio mentre stava facendo qualche passo verso di lei, quella gli chiese se sapesse dove poteva essersi cacciato. Il ragazzo la ignorò, afferrandole i fianchi ed alzandola verso Stoirme, che si accucciò appena. Steven la poggiò sopra il suo drago, senza curarsi troppo dell'eventuale reazione della Strega.
    « No, non serve alcun tipo di riverenza e no, non so dove sia. » le rispose, arrampicandosi su Storime. Steven si sedette subito dietro Elsie, legandosi le gambe alla sella e posizionando la ragazza in modo che fosse libera ma non cadesse. Conoscendo il suo drago, probabilmente si sarebbero dovuti preparare a qualche acrobazia, quindi afferrò una corda di pelle e la passò attorno alla vita della ragazza e della sua. Si legò assieme alla Strega, senza stringere più del necessario. Era sempre difficile ammetterlo, ma Stoirme era un mezzo pazzo, quando volava. Era troppo abituato a fare come voleva, con Steven che lo assecondava in tutto e per tutto.
    « Speravo me lo diceste voi. » sentenziò, dicendo mentalmente a Storime di partire. Il drago cominciò a correre, lasciando che i suoi artigli affondassero nel terreno, poi balzò e sbattè le ali, puntando in alto. Aveva cominciato a volare.
    Facciamo vedere a questa streghetta di che pasta siamo fatti. gli disse il drago, inviandogli un insensato senso di divertimento. A Steven venne automaticamente da ridere, ma si limitò a sorridere e ad avvicinare la bocca all'orecchio della Strega, parlandole con voce suadente.
    « Tenetevi forte. » le bisbigliò, in modo però che lo sentisse con chiarezza. Stoirme, sotto di loro, ridacchiò, producendo un suono cavernoso che somigliava più a due pietre che cozzavano l'una con l'altra. Man mano che avanzavano, il terreno si faceva sempre più piccolo, fino a quando non sbucarono fuori dal Boschetto, volteggiando nel cielo sereno. Storime aspettava ordini. Steven avvertì il drago cercare di parlare con la Strega, toccandole la mente con educazione e saggezza.
    Steven Anthony Hall @
     
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    strega • born 20.06.84 • blond hair, grey eyes
    Mentre Elsie si preoccupava di cosa dovesse fare per salire sul drago, e chiedeva al Cavaliere se avesse idea di dove potesse essere Ebony, il drago si alzò e stiracchiò, prendendo Elsie alla sprovvista e costringendola a fissarlo affascinata. Era abituata ai draghi, ne conosceva fin troppi, ma non finivano mai di stupirla: erano tutti così grandi, diversi tra loro e perfettamente capaci di rapirla con la loro bellezza. Poteva passare ore ed ore incantata a fissarli, fino a conoscere a memoria ogni singola parte di loro. Di ognuno di loro. Proprio per questo non realizzò subito che il Cavaliere, alla sua domanda, si era avvicinato e l'aveva sollevata senza fatica, issandola sul dorso del drago. Elsie era troppo sbalordita per reagire in qualsiasi modo, persino incapace di capire come fosse riuscita a salire in groppa a quel bestione senza essersi minimamente mossa. Solo quando Steven le si arrampicò dietro e iniziò a legarsi alla sella, riuscì ad accettare l'immagine del Cavaliere che la afferrava per la vita e la sollevava come fosse una bimba piccola e priva di peso. E solo in quel momento la sua incredulità iniziò pian piano a cedere il posto all'irritazione, lasciandola a fissare il testone del drago a bocca aperta, l'espressione corrucciata. Ma come aveva osato?! Aveva appena deciso di voltarsi e riprendere il Cavaliere, quando l'improvviso movimento del drago la costrinse a cambiare i propri piani e aggrapparsi con tutta la forza di cui disponeva alla prima cosa che le capitò tra le mani - cos'era, una cinghia? Un pezzo di sella? Una squama? Non avrebbe saputo dirlo, era troppo elettrizzata e spaventata dalla partenza repentina dell'animale. Quando poi le giunse all'orecchio la voce del Cavaliere, che le suggeriva di tenersi forte, non poté fare altro che obbedire all'ordine e aggrapparsi tanto stretto da farsi venire le nocche bianche. Improvvisamente si pentì di aver accettato un passaggio a dorso di drago: ma che ci trovavano di tanto bello i suoi fratelli, Alec e quel tizio? Volare era un'esperienza a dir poco sconvolgente, e non necessariamente nel senso buono del termine! L'aria le frustava il volto con violenza, più di quanto facesse quando spronava il cavallo alla massima velocità; era normale? Non sapeva nemmeno se stessero andando piano, forte, in alto o dritto: non osava aprire gli occhi e i suoi altri sensi in quel momento non erano per nulla affidabili. Riuscì appena ad accorgersi del drago che cercava di comunicare mentalmente con lei, sfiorandole con educazione la mente, ma impiegò più del previsto ad accettarlo ed accoglierlo, troppo spaventata da quell'esperienza così nuova. Non avrebbe mai più chiesto a Jace e Kian di farla montare con loro. Mai più.
    Elizabeth Elsie Kysely @


    Ok... post inutile, scusa >.< um che dici, chi propone dove andare a cercare Ebony? XD
     
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    Non appena il drago virò e tornò a pancia ingù, volando con tranquillità, Steven avvertì la sua mente mandargli qualche input: non aveva ancora capito bene che diavolo gli stesse dicendo, ma poteva vedere immagini di suo fratello. Era cresciuto. Per un momento, Steven lasciò le briglie della sella e spalancò la bocca, osservando come gli occhi di Ebony non fossero cambiati neanche di un pochino. Erano sempre enormi, azzurri come il cielo e sinceri. Ascoltare la voce ormai profonda di suo fratello, poi, gli provocò un brivido. Non ci stava più capendo nulla, si sentiva quasi male. Si era perso gli anni fondamentali dell'ascolescenza del suo fratellino. Quello che lo risvegliò fu il rombo di un tuono in lontananza. Gli alberi, giù al Boschetto, gli avevano coperto la visuale e non aveva potuto notare che stava per arrivare un temporale: il cielo si era scurito di parecchio, ed un accumulo di nuvole correva proprio nella loro direzione. Stoirme volava dritto, senza avere una particolare destinazione; attendeva ancora ordini.
    Dille qualcosa. fu tutto ciò che il drago gli disse. Steven, riprendendosi, afferrò di nuovo le briglie e si strinse attorno alla Strega, sorridendo divertito. Aveva lasciato i comandi senza pensare a che cosa avrebbe potuto partorire la mente della ragazza.
    « Mi dispiace, mia signora. » le disse, appellandosi a lei come si faceva con una nobildonna. Per quanto ne sapeva, poteva anche esserlo. Alla fine non la conosceva. Tra i ricordi di Elsie -aveva scoperto il suo nome grazie a Stoirme, Steven aveva visto da lontano la Taverna del Minotauro: odiava quel posto. Ci andava solo chi voleva fare a botte o cacciarsi nei guai. C'era gente poco raccomandabile, a partire dal locandiere. Aveva fatto molte incursioni con la sua squadra dell'aerenautica, ma a quanto pareva il Minotauro era il centro della criminalità della Sword's Hilt. Era semplicemente inutile andare lì a picchiare qualche persona a caso, ci sarebbero tornati comunque.
    Storime virò alla sua sinistra, ed a Steven venne istintivo portare la mano destra in avanti e poggiarla sulla pancia di lei, come a tenerla. Era legata a lui stesso, quindi non serviva, ma l'aveva fatto solo perché l'istinto gli aveva detto di farlo, che sarebbe potuta cadere. Insomma, un gesto involontario. Approfittò della vicinanza per dirle un'altra cosa all'orecchio, stavolta parlando con voce ferma.
    « Andiamo alla Taverna del Minotauro. Se si è cacciato nei guai, sarà di sicuro lì. » disse, lasciando il ventre della Strega e afferrando di nuovo la briglia. Stoirme aveva preso velocità, visto che aveva ritirato un poco le zampe ed aveva allungato il collo. Le ali contornate d'acciaio erano spiegate, in modo da aumentare le probabilità di imboccare un buon colpo di vento. I capelli della ragazza gli frustavano la faccia, tanto che fu costretto a sputacchiarne qualcuno. Questo era un altro dei motivi per i quali stava così vicino alla Strega: viso contro viso non avrebbe avuto il problema della sua chioma bionda.
    Steven Anthony Hall @


    Ho risolto così XD Può andare?
     
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    Okay, Elsie. Vedi di darti una calmata! si ammonì mentalmente la giovane strega. D'accordo, era la prima volta che volava, e va bene, tra drago e Cavaliere non sapeva decidere chi fosse più stronzo - perché è così che percepiva entrambi, colpevoli di averla spaventata con la partenza improvvisa e quelle che la sua mente aveva classificato come "evoluzioni aeree", sebbene in realtà, per quanto ne sapesse, visto che aveva ancora gli occhi chiusi, potevano essere nulla più che folate di vento che le frustavano il volto. Ma dannazione, non era né il momento né il luogo per comportarsi da bambina!
    Si era irrigidita sentendo la mano del Cavaliere poggiarlesi sul ventre, e il suo istinto le urlava di scendere da quel dannatissimo drago e continuare a piedi. Solo le parole del Cavaliere - di Steven riuscirono a far breccia nel casino che era attualmente la sua mente. Taverna del Minotauro. Dio, quanto odiava quel posto! O meglio, la gente che lo frequentava. Le era capitato più volte di dovercisi recare, generalmente a recuperare Jace, ed ogni volta si doveva costringere a non lanciare un incantesimo su tutti gli avventori. Avrebbe volentieri fatto a meno degli sguardi che le lanciavano, sebbene quando si recava alla Taverna badava sempre a celare la sua identità sotto abiti maschili, arrivando a fasciarsi quel poco di seno che aveva e nascondere i capelli sotto a berretti o bandane. Eppure, non serviva. La scambiavano per un ragazzino, e le attenzioni che riceveva erano forse anche peggio del trattamento che le avrebbero riservato vedendola in abiti femminili. E ora questo tizio proponeva di andare proprio a cercare Ebony. Sospirò.
    « Va bene. » asserì, annuendo appena. Se dovevano proprio andare alla Taverna, però, era decisamente il caso di riprendere un po' di controllo. Cercando di ignorare la presenza del Cavaliere, di dimenticare di trovarsi a quanti metri dal suolo, di non pensare al fatto che non aveva nulla con cui nascondere i capelli, Elsie mantenne gli occhi chiusi, tentando pian piano di regolare il respiro e concentrarsi. Di meditare. Sul dorso di un drago. Sì, Elsie, proprio facile. Eppure, sebbene non riuscisse a rilassarsi completamente, vuoi perché non si sentiva al sicuro, vuoi per la presenza di Steven così vicino a sé, quell'attimo di isolamento dal mondo esterno riuscì a darle un minimo di stabilità. Ebony non si trovava e non rispondeva agli appelli telepatici che lei gli mandava. Il Cavaliere che aveva incontrato a casa di Daniel a quanto diceva era suo fratello. Stavano andando assieme alla Taverna del Minotauro a cercare lo Stregone. Parola chiave: assieme. Non era da sola, questa volta. E soprattutto doveva ricordarsi che non era una ragazzina indifesa. Lei era una Strega, per l'amor del cielo! Ed anche una piuttosto brava. Poteva farcela.
    La determinazione che sentiva finalmente fluire dentro di sé fu sufficiente a calmarle i nervi definitivamente. Aprì piano gli occhi, lo sguardo fisso davanti a sé, sopportando l'aria che li faceva bruciare. Se il Cavaliere avesse potuto cogliere il suo sguardo, avrebbe notato le fiamme che vi ardevano, che indicavano chiaramente come Elsie fosse entrata in quella che i fratelli chiamavano modalità battaglia.
    Elizabeth Elsie Kysely @
     
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