Set sail for those lands unknown

25 giugno 102 P.A. - terre dei liberi

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    C'era qualcosa che tramutava Seregon in quelle zone. Forse era il loro nome, "Terre dei Liberi" , a renderla così irriconoscibile, o forse, era l'aria. Si diceva che l'aria di quei luoghi fosse la più pulita di tutta la Sword's hilt. A Norèll poco importavano quelle dicerie, a lei importava il risultato. Sorrise appena, osservando dall'altura su cui si era accovacciata la possente figura di Seregon comparire e scomparire tra le onde. Lei, o meglio, loro adoravano il mare. Ci andavano ogni volta che i vari impegni che essere cavaliere e drago comportavano glielo permettevano. Ci passavano ore in riva al mare, spesso in silenzio, poiché per condividere determinati momenti di pace le parole non servono. Il cielo era azzurro e nessuna nube disturbava quella immensa distesa turchina. Il mare invece era mosso, le onde venivano spinte verso riva con insistenza. Si schiantavano contro la sabbia grezza o il corpo squamoso di Seregon, che si immergeva per lunghi momenti, scomparendo alla vista del suo cavaliere. Norèll era piuttosto stanca in quella mattina di giugno. Il calore del sole la intorpidiva più di quanto già non lo fosse, costringendola a chiudere gli occhi per non restarne accecata. - Siete così fragili voi umani...- Commentò la dragonessa, riemergendo velocemente dall'acqua cristallina. Norèll alzò le spalle portandosi una mano sopra la fronte, come a ripararsi dai raggi. - Dimmi piuttosto com'è l'acqua...- Non perse tempo a ribattere alle insinuazioni della compagna, concentrandosi su ciò che voleva realmente sapere da quando si erano dirette in quel piccolo anfratto. Seregon sollevò la testa, voltandosi nella direzione di Norèll. I suoi occhi gialli si soffermarono sulla figura della giovane con sufficienza. - Il tuo esile corpicino umano dovrebbe reggere lo sbalzo termico.- Commentò sbuffando una nube di fumo nero prima di reimmergersi nelle acque mosse del mare. La giovane sollevò gli occhi socchiusi al cielo, maledicendo mentalmente sua zia Bellatrix per essersi dileguata nuovamente troppo in fretta. Si tirò in piedi, preparandosi a scendere la scarpata che la separava dal mare. Con qualche balzo e qualche imprecazione arrivò sullo scoglio sottostante l'altura e respirò a pieni polmoni l'aria densa di salsedine. Sorrise, iniziando a togliersi tutto ciò che poteva inzupparsi d'acqua e trascinarla a fondo. Rimase in pantaloni e corsetto, in piedi su quello che di lì a poco sarebbe divenuto il suo trampolino di lancio. Diede uno sguardo alla superficie e per un momento intravide Seregon sul fondo. Si tuffò e rimase in immersione alcuni minuti, nuotando tra le correnti. Quando riemerse sputacchiò sale e pezzi di alghe. - Ora ritorna sulla terraferma umana, altrimenti resterò senza cavaliere.- La voce di Seregon era profonda e spettrale al contempo, non si sbilanciava mai troppo, dispensando consigli e rimbeccandola come se nulla fosse. Era così da una vita ormai e Norèll ci aveva fatto l'abitudine. Si arrampicò sullo scoglio e si sdraiò sotto ai raggi del sole. - In verità hai rischiato di schiacciarmi nuotando...- Disse la giovane con una punta di irritazione nella voce, alla quale la dragonessa rispose ringhiando piano.
    Norèll Horn @
     
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    Il viaggio di Raelene non era mai finito, così come non era mai inziato del tutto. La vita della strega era sempre stata sul punto di cercare uno spunto per donarsi alla giusta causa, ma sembrava che il mondo non era ancora pronto ad accettarla, così si limitava a fare quello che faceva ogni giorno: viaggiare. Da una terra all' altra per trarne le culture diverse, le usanze e soprattutto per conoscere quelli che erano come lei, quelli che erano streghe o stregoni, imparando ogni giorno qualcosa di più. Ricordava chiaramente quando il suo addestratore e Anziano preferito la metteva in guardia dicendole "Quello che fà una buona strega, non è la magia..ma la saggezza con la quale essa va usata" ricordò mentre la sabbia le solleticava i piedi. Sentiva i granelli che passavano tra un dito e l' altro e sotto la pianta le fornivano un cuscinetto morbido, sopra cui camminare, ma anche affondare se non stava attenta a bilanciare il peso in maniera corretta. Quella mattina si era svegliata di buon ora e si era recata verso la spiaggia, che gli era stata indicata da un vecchio soldato, per provare qualche incantesimo, per allenarsi, ma anche rilassarsi al contempo e il silenzio, così come la brezza che costantemente soffiava investendo il leggero vestito azzurro pastello, della strega, la faceva sorride ad ogni passo. Indossava un corsetto con dei fiori ricamati sopra, i lacci e i decori erano bianchi. La gonna svolazzava leggera coprendole le gambe fino le ginocchia, lasciando aperto uno spacco sulla destra, così da essere avvantaggiata per i movimenti e nei combattimenti. Infine indossava una serie di anelli d' osso su ogni dito della mano sinistra. In vita aveva una cintura, alla quale era legata una scarsella con dentro delle pietre e delle erbe per determinati incantesimi - sul fianco sinistro - mentre a quello destro era avvolta una frusta. La mano destra era nuda e stringeva un bastone alto circa due metri che era praticamente la sua arma principale di combattimento, oltre che le serviva come modo per orientarsi. Lei era un tutt' uno con il suo bastone fin da quando aveva sette anni, aveva imparato a maneggiarlo e per il suo diciassettesimo compleanno Elijah gli aveva regalato questo, quello che ero stringeva nella mano. Era un bastone di betulla, ma che era stato imbevuto prima nel ferro e poi nell' argento, così da renderlo indistruttibile. L' ultimo alito di vento aveva portato con sé l' odore dei draghi, così Raelene aveva iniziato ad essere più prevenuta mentre camminava, inoltre sapeva come quella costa era fatta, da roccia e da sabbia, quindi il drago poteva essere ovunque..sia su scogli che su sabbia. Avanzò fino alla riva, i piedi si immersero nell' acqua e lei si chinò posando la mano sulla superficie salata. Arricciò le labbra e sorrise, avvertiva delle presenze nei paraggi. Fece toccare i due anelli quello del pollice e quello dell' anulare. Nella propria mente si aprii il mondo che aveva davanti: l' acqua increspata e un drago con una donna che nuotavano. La visione durò come un lampo, come uno squarcio nel buio. Infine si rimise diritta e il timore di aver solamente di fronte un drago sparii, visto che costui apparteneva ad un cavaliere. Tornò indietro e con la punta individuò un sasso, si mise seduta ed estrasse dalla scarsella un bastoncino di liquirizia che si portò tra le labbra. Non era una persone invadente, quindi si godeva solamente il rumore delle onde, senza pensare ad altro.
    Raelene Lynn Fairchild #
     
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