As far away as possible

23 novembre 102 PA, sera

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ivash:kov
     
    .

    User deleted


    human • feet stuck in place, not moving
    Se non fosse stata così preoccupata per tutto il resto, probabilmente Freya avrebbe capito anche da sola che il Cavaliere non le avrebbe permesso di aiutarlo ad andare via; sapevano tutti e due che ogni minuto era prezioso, e che, tra i due, era lei quella che avrebbe rischiato di più se fossero stati trovati. Eppure non voleva lasciarlo indietro, sia perché era ancora molto debole, sia perché temeva che non l’avrebbe più rivisto… c’erano talmente tante cose che potevano andare storte, e non voleva assolutamente separarsi da lui. Non le aveva nemmeno chiesto che cosa fosse successo, che cosa avesse innescato in quel modo la reazione del suo capo, e sapere che era tutta colpa sua la faceva sentire ancora peggio… l’aveva messo nei guai per aver rifiutato così quell’uomo e poi lo lasdciava ance indietro. Probabilmente Goron dovette notare il suo sguardo scettico, o forse, più semplicemente, aveva solo imparato a conoscerla e sapeva già come la pensava a riguardo; « Cercano te Freya, non me. » le fece notare in tono pacato, gentile. Non era del tutto vero, però; se l’avessero fermato, e si fossero accorti della ferita che aveva al fianco, avrebbe destato sospetti comunque… tuttavia lui avrebbe potuto trovare comunque un modo per tirarsi fuori dagli impicci, mentre se avessero scoperto lei, sarebbe stata spacciata; erano tempi duri, quelli, per le persone come lei. I poveracci, i disperati, i figli di nessuno. Non avrebbero certo perso tempo per farle un processo; non voleva nemmeno immaginare cosa le sarebbe successo. « Se dovessero cercare il colpevole di tutto ciò cercherebbero te, non me. Se ci dovessero rincorrere, io ti rallenterei e non potrei proteggerti in alcun modo, saresti molto più al sicuro con Eldeth. » anche questa volta aveva ragione, per quanto lei odiasse ammetterlo. Avrebbe potuto presentarle tutte le motivazioni del mondo, ma non sarebbe comunque stata d’accordo all’idea di lasciarlo indietro e filarsela; non l’avrebbe mai fatto ad uno sconosciuto, figuriamoci a Goron, con il quale ormai aveva instaurato un rapporto di… beh,, non sapeva esattamente di cosa, ma era comunque un rapporto. « Eldeth sarebbe la prima a volermi uccidere, se ti mollassi qui » borbottò, anche se sapeva di combattere una causa persa. Lui non si sarebbe fatto convincere, e non avevano tempo di giocare a chi è il più testardo; quindi si limitò a sospirare e cominciò a legare i polsi e le caviglie del suo capo, aiutata da Goron. Fu allora che si accorse del sangue, che dalla sua fronte si era sparso sul pavimento; era piuttosto sicura che non ci fosse prima, prima che lei uscisse dalla stanza… lanciò un’occhiata sorpresa la Cavaliere, che doveva averlo tramortito di nuovo mentre lei era vita. La vista di tutto quel rosso le dava fastidio, ma almeno poteva vedere il petto alzarsi ed abbassarsi e sapeva che era vivo… il Cavaliere avrebbe potuto ucciderlo tranquillamente, e invece non l’aveva fatto. Il pensiero la rincuorò un pochettino.
    Quando ebbero finito, lui le sorrise « Sei libera adesso » le disse, con un tono di voce dolce, e sembrava decisamente felice all’idea. Freya dovette farsi forza con tutta sé stessa per non farsi prendere da un attacco di panico... libera. Era una parola che suonava incredibilmente strana nella sua testa, ed ebbe paura.
    Essere libera la terrorizzava. Stare in quella locanda, per tutto quel tempo, era stata un’esperienza orribile, sotto tutti i punti di vista. Aveva vissuto come una sguattera, era stata umiliata, aveva provato la fame, la stanchezza, la paura perfino. Eppure, per tutto quel tempo, aveva avuto un punto fermo. Aveva sempre pensato che, una volta guadagnati abbastanza soldi, avrebbe potuto partire, iniziare una vita nuova, una vita migliore; ’era sempre stata la certezza che avrebbe potuto andarsene, che la rincuorava, ma era come un bel sogno. Qualcosa che serve per non farti andare fuori di testa. Ed ora, che veramente stava accadendo, lei si sentiva completamente persa.
    Eppure Goron sembrava così entusiasta. Freya si disse che probabilmente lui non capiva, abituato com’era ad essere invincibile, a viaggiare sul dorso del suo drago con il mondo ai suoi piedi. Probabilmente lui non immaginava com’era avere paura della libertà, dell’ignoto, sentirsi solamente un piccolo puntino insignificante, che chiunque potrebbe schiacciare. Non voleva deluderlo, così rispose al suo sorriso, raccolse il cesto con tutto quello che erano riusciti a trovare ed uscì per l’ultima volta dalla sua stanza. Aspettò che anche il Cavaliere fosse fuori, dopodiché la chiuse a chiave, così che nessuno avrebbe potuto entrarvi e ritrovare casualmente il signor Schmidt; legato ed imbavagliato com’era, se tutto andava bene non sarebbe riuscito ad attirare l’attenzione in nessun modo, dandogli un po’ di tempo. Poi mormorò un « Seguimi » al suo compagno, e silenziosamente lo condusse fino alle cucine, dove si trovava l’uscita secondaria della locanda. Gli dedicò un’ultima occhiata, pregando mentalmente che tutto filasse liscio e che nessuno lo trovasse, e stava quasi per andarsene quando le venne in mente che non avevano pensato ad un dettaglio fondamentale: Freya non aveva idea di dove trovare il drago. « Devi chiedere ad Eldeth di aspettarci nella radura dove ti ha lasciato la notte che ti ho trovato, quando eri privo di sensi » gli chiese, quindi, stupita di non averci pensato prima. « Se non ti vedrò arrivare verrò a cercarti, non mi importa se mi trovano » continuò poi, senza riuscire a mascherare la preoccupazione nella voce. Goron avrebbe potuto protestare quanto voleva, ma lei non lo avrebbe abbandonato, ed era sicura che nemmeno Eldeth l’avrebbe fatto; senza riflettere, di slancio, lo abbracciò, stringendolo forse un po’ più forte e più a lungo del dovuto; « Stai attento » gli sussurrò quindi, e poi uscì fuori nella notte.
    Mentre camminava sentiva il cuore che le batteva nel petto così forte da scoppiarla; era terrorizzata da ogni rumore, ogni fruscio di vento, e pensò di morire almeno una decina di volte. Eppure, dopo quello che le parve il tragitto più lungo della sua vita, sbucò nella radura in cui li aspettava Eldeth; all’inizio si spaventò ancora di più, non essendo abituata alla presenza di una creatura di quella mole; in più, Freya sapeva benissimo di non andarle a genio, per cui rimase a debita distanza, mentre cercava di riprendere fiato. Posò il cestino a terra e rimase in attesa, fissando la dragonessa. Avrebbe voluto dirle qualcosa, tipo che le dispiaceva di non poter essere la sua cena e che aveva tutte le ragioni del mondo per detestarla, ma pensò che non era il caso di darle fastidio mentre aspettava il suo Cavaliere. Così, con il cuore in gola, attese anche lei l’arrivo di Goron.
    Freya Mackintosh @
     
    Top
    .
8 replies since 8/10/2014, 19:53   180 views
  Share  
.