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25 novembre 102 PA, tramonto

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  1. alpenglow
     
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    Far from the streets I call my own, I'm coming home.
    Erano ormai due giorni che erano in viaggio, due giorni in cui Goron non si prendeva seriamente cura della sua ferita che, lo sentiva, stava nuovamente peggiorando. Nulla di grave, chiaramente, ma il Cavaliere aveva ancora bisogno di cure e riposo, cosa che un viaggio come quello di certo non gli dava la possibilità di avere. Lui e Freya avevano deciso -anche se non proprio di comune accordo- di continuare finché avessero avuto la forza di reggere il volo, e con questa decisione erano andati avanti per più di dodici ore, mettendo una bella distanza tra loro e la locanda a Giustizia. Erano al sicuro, adesso, tanto che verso il tramonto, ormai quasi stremati tutti e tre -Eldeth più di tutti, visto che il lavoro più duro l'aveva svolto lei- avevano deciso di fermarsi nella prima locanda utile e poco frequentate. Goron fece un rapido conto dei soldi che avevano, e fortunatamente i risparmi della ragazza sembravano essere sufficienti per avere vitto e alloggio. Eldeth non era stata molto contenta di quella decisione, aveva fretta di raggiungere il Castello per assicurarsi che Roze curasse il suo Cavaliere, ma era tremendamente stanca e Goron lo percepiva perfettamente. -Tu devi riposare, come tutti. Non sei tenuta a fare l'eroe della situazione, e di sicuro non morirò per un giorno in più di attesa.- le aveva detto il ragazzo con fare scherzoso mentre erano ancora in volo, e la dragonessa aveva ringhiato sommessamente, facendo capire il suo completo disaccordo ma anche che si sarebbe attenuta alla decisione del suo compagno. Dopo che Eldeth se n'era andata in cerca di cibo e di un posto tranquillo dove riposare, Goron e Freya si erano cercati una locanda, avevano mangiato e poi avevano deciso di dormire in stanze separate, la qual cosa, forse e in un altro momento, avrebbe lasciato il ragazzo un po' interdetto, visto e considerato che ormai sarebbe dovuta essere una sorta di abitudine per lei il dormire insieme. E di sicuro avrebbero risparmiato qualcosa, il che sarebbe stato un bene. Ma Freya aveva chiesto due stanze singole al locandiere, ed era parsa così decisa che Goron non aveva obiettato né con espressioni di disappunto né tanto meno con le parole. Anche perché, poi, era talmente stanco che non si sarebbe curato della ragazza: si sarebbe addormentato non appena avesse toccato il cuscino, e, di fatti, così fu.
    Il giorno dopo, all'alba, Freya l'aveva svegliato e gli aveva curato la ferita e cambiato le fasciature; anche lei aveva notato che c'era di nuovo del rossore intorno alla cucitura di fortuna, nonostante ciò non fece alcun commento né provò a dissuaderlo dall'idea di ripartire quello stesso giorno, così i due si rimisero in viaggio circa un'ora dopo il sorgere del Sole. Più si avviavano verso nord più il vento freddo e pungente si faceva sentire, penetrando nelle loro ossa e costringendo Eldeth a volare ad una quota più bassa, dove spirava aria leggermente più calda. Goron era ormai abituato a quell'enorme problema che erano i venti, ma in quel momento, debilitato com'era, anche lui sentiva un freddo terribile e non vedeva l'ora di tornare a terra. Eldeth stessa gli propose di fermarsi e riprendersi un po', ma il Cavaliere aveva fretta di andare a casa e risolvere quel problema una volta per tutte. Dovettero fermarsi per pranzare, ma la sosta durò meno di un'ora e di certo non servì a riposarsi; l'unica consolazione di Goron era che, ormai, erano vicini a casa, avrebbero solo dovuto attraversare il mare e sarebbero giunti alla meta. Si rimisero quindi in viaggio subito dopo aver mangiato e raggiunsero le coste dell'Isola Verde quasi al tramonto, e non mancava molto a villa Muireadhach che Freya gli disse che non ce la faceva più, era stanca ed infreddolita e per di più voleva controllargli la ferita. Si vedeva che Goron era tremendamente stanco, probabilmente aveva un colorito pessimo ed occhiaie anche peggiori. Probabilmente fu un riflesso involontario, fatto sta che la mano del ragazzo scattò verso quella della giovane che aveva dietro di sé e gliela accarezzò come a volerla tranquillizzare. -Siamo quasi arrivati, posso vedere il Castello in lontananza!- le urlò quindi, lasciandole poi la mano. In realtà non vedeva nulla perché la visuale era limitata, ma il Cavaliere sapeva che non mancava molto. Meno di un'ora, sicuramente.
    Goron intravide casa sua -tra le tante ville sorte intorno al Castello- non appena il Sole prese a tramontare. Eldeth lanciò un grido di richiamo, probabilmente cercando la risposta del drago di sua sorella Gwyneth. -Stringiti forte, comincia la discesa.- disse il Cavaliere, avvertendo Freya che, di fatti, rinforzò la presa. La dragonessa cominciò quindi a planare gradualmente, così che il cambiamento di pressione non avesse fatto troppo male ai passeggeri, ed in pochi minuti raggiunse la villa di famiglia, atterrando nell'ampio giardino predisposto proprio ad accogliere i draghi dei due Cavalieri di casa. Non appena le zampe di Eldeth toccarono terra, la porta di casa si aprì e le due gemelle corsero fuori ad accogliere il fratello. Gwyneth saltò al collo del ragazzo senza neanche dargli il tempo di avvertirla di non farlo, e Goron barcollò appena non appena il corpo della sorella cozzò contro il suo. Ma riuscì a rimanere in piedi ed a stringere la biondina, abbracciando poi anche Rozenwyn. Sulla soglia di casa, invece, stava Isolde, sua madre, che con sguardo serio ed impassibile, ma che Goron leggeva anche come carico di amore e di felicità nel rivedere il figlio, fissava i nuovi arrivati. Lo sguardo delle tre donne, poi, si posò su Freya, rimasta su Eldeth. Goron l'aiuto a scendere, non senza fare fatica, quindi le fece segno di seguirla. Salutò sua madre con un bacio e la donna fece entrare tutti in casa, li fece sedere in salotto e poi, senza troppi preamboli, chiese spiegazioni. -Lei è Freya.- esordì quindi il ragazzo, passando in rassegna lo sguardo delle tre donne -E si è presa cura di me dopo avermi trovato mezzo morto nel bosco.- A quelle parole, Gwyneth sussurrò, mentre Isolde e Rozenwyn rimasero impassibili, lasciando però che un sospiro profondo tradisse la loro ansia. Fu Roze a parlare. -Non sei andato a farti curare, vero?- gli chiese, sagacemente, e Goron scosse la testa. A quel punto, la ragazza si alzò e fece segno al fratello di seguirlo. -Seguimi e vediamo di sistemare la faccenda.- borbottò quindi. Il ragazzo obbedì, lanciando uno sguardo veloce alla ragazza e, quindi, allontanandosi e lasciandola con sua madre e sua sorella.
    Goron Muireadhach @
     
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